martedì 4 aprile 2023

ARISTOFANE - "La pace". 17. La festa della pace odora del seno di donne che corrono sul prato


 
I coreuti si incitano a vicenda: non molliamo ma tendiamo più  virilmente- mh; nu`n ajnw`men, ajll j ejpenteivnwmen ajndrikwvteron (514-515).
 Il richiamo alla virilità e al premio che può toccarle-quello che chiamo “borsa di studio” -è sempre efficace.
Il coro ripete 13 volte ei\a , “su, su” mentre tira
L’antro viene sbloccato e ne esce lentamente la statua della dea Pace con Opora e Teoria ai due lati
Trigeo prega le tre femmine divine postrandosi prima a Pace: w\ povtnia botruovdwre 520- o signora dispensatrice di grappoli. Vorrebbe  trovare un rh`ma muriavmforon una parola di diecimila anfore per rivolgersi a lei. Non c’è pace senza grandi bevute di grappoli spremuti.
 Qundi saluta Opòra e Teorìa- w\ cai`r j   jOpwvra kai; su dj w\ Qewriva-(523) la dea del Raccolto e quella della Festa.
La pace si associa a queste belle circostanze. Mi tornano in mente le cene di festeggiamento, magari all’alba quando terminava la battitura del grano.
Trigeo corteggia Teoria che ha un volto di grande qualità- oi|on d j e[cei~ provswpon, w\ Qewriva 524 e un alito delizioso  che emana un dolcissimo profumo che sa di disarmo- w{sper ajstrateiva~ kai; muvrou- 526.
Questa santa propaganda di Aristofane   associa continuamente la pace al bene del piacere. La propaganda bellicista viceversa celebra la guerra che porrà termine ai malefici del nemico quando costui verrà sconfitto e ucciso.
Ermes domanda provocatoriamente se il profumo di Teoria non assomiglia dunque a quello di uno zaino militare-mw`n ou\n o{moion kai; guliou` stratiwtikou`; 527
Trigeo risponde citando un verso del Telefo di Euripide (fr. 727) che esprime ripugnanza per quell’arnese e per chi lo porta sulle spalle.
Lo zaino infatti puzza del rutto di un mangiatore di cipolle, mentre Teoria la Festa per la pace odora di raccolto di ospitalità, di celebrazioni dionisiache, di flauti, di rappresentazioni di tragedie, di canti di Sofocle, di tordi, di versucoli di Euripide.
Ermes prova a interromperlo con parole dette a casaccio dando a Trigeo del poetastro da orazioncine forensi.
Ma il pacifista continua: e odora anche di edera, di colatoio per il vino, di pecorelle belanti del seno di donne che corrono verso il campo-kovlpou gunaikw`n diatrecousw`n eij~ ajgrovn- 536- di serva alticcia, di brocca rovesciata e di molte altre cose belle
Concludo con un altro elogio  del seno della donna.
 “Certe cose  vi sono così bene inventate, da essere come il seno della donna: utili e al tempo stesso gradevoli” (Così parlò Zarathustra, III, Di atiche tavole e nuove, 17)
Bologna 4 aprile 2023 ore 12, 02 giovanni ghiselli
p. s
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