Il prossimo 12 maggio dalle 17 presenterò la Lisistrata e la Pace di Aristofane nella biblioteca Ariostea di Ferrara.
Sono due commedie pacifiste. Aristofane dichiara guerra alla guerra.
I suoi personaggi si oppongono alla guerra del Peloponneso in nome dell’amore e del lavoro, ostacolati, o perfino impediti, dai conflitti che anche quando non annientano la vita la rendono triste e desolata.
Nella Lisistrata del 411 sono le donne ateniesi , spartane, tebane e corinzie che riescono a imporre la pace ai loro maschi belligeranti attraverso lo sciopero del sesso.
La donna qui non è causa della guerra, come Elena di Troia nell’Agamennone di Eschilo ( del 458) o nelle Troiane di Euripide ( del 415), bensì intelligente artefice della pace .
Questa commedia prefigura quello che vediamo oggi in tanti film: una contrasto tra i generi dove le donne sono intelligenti e gli uomini stupidi. Suggerisco la visione di Leila e i suoi fratelli un film iraniano dove l’unica mente pensante in una famiglia numerosa è quella di una femmina di grande levatura umana.
Le donne di Aristofane guidate all’ateniese Lisistrata e dalla spartana Lampitò prevalgono sui maschi che non possono fare a meno del consenso delle loro compagne e per ottenerlo devono smettere di ammazzarsi a vicenda. La guerra che debilita e mortifica la vita non può essere associata all’amore.
Per quanto riguarda la Pace del 421 qui il danno massimo, compiuto dalla fase archidamica di questa guerra è ricaduto sul lavoro agricolo e i suoi prodotti.
Nella primavera del 421 Ateniesi e Spartani pervennero a un accordo di tregua stipulato in seguito alla morte in battaglia nell’autunno del 422. dei due “pestelli della Grecia”: l’ateniese Cleone e lo spartano Brasida
Nella commedia di Aristofane la soluzione che pone fine alla devastazione dei campi è trovata da un contadino attico, il vignaiolo Trigeo che riesce a liberare Irene rinchiusa in una caverna da Polemos.
Il ritorno della pace tra gli uomini comporta il ripristino del buon raccolto, delle feste che allietano, e di tutte le cose belle della vita.
Alla fine Trigeo sposa Opora che impersona la stagione dei frutti, mentre Teoria che personifica le feste, frequenti nella polis in tempo di pace, viene portata alla Boulhv.
Nel leggere queste commedie non possono non venire in mente le analogie tra i mali di tutte le guerre, nessuna esclusa.
Aristofane tra l’altro smaschera i profittatori di questa rovina dell’Ellade, a partire dai fabbricanti e dai mercanti di armi che si arricchiscono, e sbugiarda quanti portano o mandano a combattere nelle battaglie degli uomini i quali tornano a casa in forma di cenere racchiusa dentro le urne.
Gli Acarnesi (del 425) è la prima commedia pacifista di Aristofane. Qui la guerra nella fase del trionfo di Cleone, porta non solo morte, devastazioni e carenza di cibo, ma anche mercato di bambine con un padre costretto a vendere le figlie perché non muoiano di fame.
Ho già pronti i commenti completi di Lisistrata e Acarnesi. Con la Pace sono arrivato oltre la metà (v. 855).
Se qualcuno vuole questi commenti del testo, glieli manderò. Ovviamente gratis. Il mio indirizzo di posta è ghiselli.giovanni@gmail.com
Bologna 16 aprile 2023 ore 17, 24 giovanni ghiselli
p. s.
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