Nietzsche antitedesco. La profondità necessaria
“Con i Tedeschi, come con le donne, non si tocca mai il fondo, perché non c’è: ecco tutto (…) non si vogliono mettere le cose in chiaro con se stessi (…) Forse che i Tedeschi hanno mai prodotto un solo libro profondo? Ho conosciuto dei dotti che consideravano profondo Kant. E quando mi è capitato di esaltare Stendhal come profondo psicologo, trovandomi in compagnia di professori universitari tedeschi, ho dovuto compitare il suo nome”.
Nelle Supplici di Eschilo, Pelago, il re di Argo cui le supplici Danaidi hanno chiesto protezione, dice che occorre un pensiero profondo, in grado di dare salvezza (dei' toi baqeiva" frontivdo" swthrivou), e capace di scendere nell’abisso, simile a un tuffatore (divkhn kolumbhth'ro"), con occhio vigile e non ebbro (vv. 407-409).
Vuole aiutare le 50 ragazze e pure evitare la guerra con i 50 Egittidi che le inseguono volendo sposare le cugine renitenti.
Tali parole si addicono allo stile e ai contenuti della tragedia greca, di questa e di altre.
Oggi occorrerebbe un pensiero profondo per capire come salvare l’umanità da questa guerra, ma i politici europei come abbiamo visto applaudono chi chiede le armi, ripetono slogan e fanno una baldoria molesta.
I Tedeschi a parer mio cercano la rivincita rispetto alle botte prese da Zukov, i Francesi la rivincita su Kutuzov. Ma nessuno vincerà questa guerra orribile: la perderemo tutti.
Un mio ex allievo ebreo disse nel 1985: se la Germania verrà riunificata, i tedeschi farammo la terza guerra mondiale.
Bologna 10 febbraio 2023 giovanni ghiselli. Ore 19, 18
Sempre1322085
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