L’ecatombe, il sacrificio non di cento buoi bensì di cento persone del tutto indifese , è equiparabile ai crimini imposti anticamente dalla superstizione “tantum religio potuit suadere malorum”. Questi bambini affogati sono figli nostri, come Ifigenia e Polissena e Macaria e Meneceo.
Gli adulti sono nostri fratelli e sorelle.
Nel caso degli annegati lasciati morire, quindi accusati di essersi meritata tale fine, questo sacrificio sacrilego commentato da parole empie è
un’esecrabile offerta ai razzisti italiani che non possono vedere i profughi: a quel sottoproletariato sempre disponibile alle trame reazionarie, a quel proletariato che detesta il sottoproletariato, e a quella borghesia degradata che teme di cadere nel proletariato e lo odia, come aborre la cultura, la bellezza, il pensiero critico e la vita stessa.
Ovviamente non tutti i sottoproletari, i proletari e i borghesi sono tali. Ma tanti sono siffatti e i politici vogliono i voti di questi penultimi che glieli danno pur di rimanere appena un poco distinti dagli ultimi.
Una politica che deve cambiare tale orrore se vuole i voti della gente per bene, una religione che voglia distinguersi dalla superstizione dei sacrifici umani deve stare dalla parte degli ultimi e aiutarli.
Una buona scuola ha il compito di educare tutti ad amare la vita, a proteggerla dall’anticultura, dall’antivita che accusa e criminalizza le vittime.
Bologna 28 febbraio 2023 ore 9, 54 giovanni ghiselli
p. s
Oggi, alle 18, inizierò il mio corso di 8 incontri di due ore ciascuno su Nietzsche. Gli iscritti sono 13. Ci educheremo a vicenda. Dum doceo, disco.
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