NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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mercoledì 8 febbraio 2023

Nietzsche 112 Ecce homo. La nascita della tragedia 2

Nietzsche 112 Ecce homo. La nascita della tragedia 2

La vita come problema. Il coraggio di osare la verità

 

“Ero il primo a vedere il vero contrasto: da una parte l’istinto degenerante che si rivolta contro la vita con rancore sotterraneo-il cristianesimo, la filosofia di Schopenhauer, in un certo senso già la filosofia di Platone, tutto l’idealismo ne sono forme tipiche- e dall’altra una formula della affermazione suprema, nata dalla pienezza, dalla sovrabbondanza, un dire sì senza riserve, al dolore stesso, alla colpa stessa, a tutto ciò che l’esistenza ha di problematico e di ignoto”.

 

In effetti la tragedia greca ci insegna a vedere la donna, l’uomo, il matrimonio, il mettere al mondo dei figli, tutta la vita insomma come problema. Una volta un collega ottuso mi fece: che cosa significa come problema? Diedi una risposta soltanto tecnica: provblhma è una parola greca che  significa “qualcosa che ci viene gettata davanti, da probavllw”. E’ una delle tue fantasie replicò lui. Era un chiarissimo professore di greco. Un problema da affrontare oggi tra i primi è quello della selezione degli insegnanti in base alla loo preparazione.

Ma: quis custodiet  ipsos/ custodes? " Giovenale (VI, 347-348).

 

“Quest’ultimo, gioiosissimo, straripante-arrogantissimo sì alla vita non solo è la visione suprema , ma anche la più profonda, confermata e sostenuta col massimo rigore della verità e della scienza”.

 

Ora invece prevale il no alla vita e il no alla verità. Basta pensare alla guerra e alla propaganda che se ne fa.

 

“Per capire questo ci vuole coraggio e, come sua condizione, un eccesso di forza: perché, nella misura della propria forza , ci si avvicina alla verità solo di quanto il coraggio può avventurarsi avanti”.

 

Per pensare la verità ci vuole intelligenza, per dirla ci vuole il coraggio di osare l’inattuale poiché oggi è invece attuale la menzogna.

 

“La conoscenza, il dire sì alla realtà, è una necessità per il forte, così come lo è per il debole, per ispirazione della debolezza, la viltà e la fuga dalla realtà: l’ideale”.

 

Mi permetto di correggere: non a tutta la realtà bisogna dire sì e farlo non è sempre un atto di coraggio: dire sì al crimine che fa parte della realtà, alla guerra che è lo scelus maximum, alla menzogna  ovunque diffusa è complicità e viltà.

 

Bologna 8 febbraio 2023, ore 9, 24 giovanni ghiselli

Sempre1321117

 

 

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