Ifigenia XXII
Il pellegrinaggio in Baviera seconda parte. Racconto storie che forse non moriranno. |
La mattina seguente, di buonora, partimmo diretti al castello di |
Neuschwanstein. Lo trovammo dopo lunga ricerca. Da lontano |
sembrava bello, antico e fatato; da vicino apparve ibrido ; |
l'interno era contrassegnato dal guazzabuglio. Mentre ne percorrevamo le sale |
e le gallerie, imbrancati con altri turisti, pensavo al pover'uomo |
che si piccava di intendere la bellezza ideale e si circondava di tanta |
confusione reale. Sulle montagne pesavano nuvole quasi nevose che |
versavano un freddo umido e grigio. Presagio di un’estate di morte. |
" L'inverno non finirà mai, mai", dissi ricordando una battuta di Ludwig nel film. |
Nella dimora reale ogni cosa era spropositata e caotica: la struttura |
che contamina falso gotico e falso romanico, la chiesastica sala del |
trono enorme, pacchiana nelle colonne viola e turchine, nella |
decorazione grottesca, nella scalinata che porta all'abside dove è |
dipinto un Gesù Cristo benedicente il sovrano per grazia di Dio. |
Le altre stanze, meno grandi, apparivano ancora più sovraccariche: |
dappertutto lampadari mastodontici, statue di santi, di eroi, di dèi, |
mosaici e affreschi asfissianti, privi di ordine, gusto e misura; |
insomma la negazione del bello con semplicità. |
Mi vennero in mente alcune scene del film. Il monarca sdentato e |
ingrassato, l'eroe capovolto a |
farmakov~[1] |
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,a mostro deforme preso |
di mira dalla natura, domanda esterrefatto:"Von Holnstein è qui, a |
Neuschwanstein?" Il conte traditore aveva ordito una congiura, in |
combutta con una marmaglia di burocrati, medici, e servi che pure erano stati riempiti di regali da Ludwig. L’ingratitudine e la perfidia caratterizzano ogni plebeo. |
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Guardavo Ifigenia immemore e muta. |
"Mi procuri del veleno. Basta andare in farmacia " chiedeva il re. Ma Il colonnello |
Dürckeim, l'aiutante di campo meravigliosamente fedele, voleva |
salvare il suo sire, cercava di spingerlo a Monaco perché |
rivolgesse un proclama all'esercito e al popolo amici. Ludwig però |
aveva deciso di lasciarsi annientare:"Nemmeno otto elefanti |
riuscirebbero a trascinarmi in quella città che odio!". E il fellone |
Von Holnstein lo fece afferrare da quattro infermieri insolenti che |
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. |
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lo portarono sul lago dall'acqua nera dove una sera piovosa di |
giugno il mostro affogò, riconsacrandosi re. La morte per acqua non aveva fatto sparire questo lunatico re ma lo aveva trasformato into something rich and strange "[2]. |
Usciti dal castello maggiore, partimmo per Linderhof. |
E' una villa in stile rococò. Sotto un cielo sempre gelido e scuro |
riconoscemmo la fontana senz'acqua e le rampe della sbrecciata |
scalea apparse nel film di Visconti. Nelle stanze sontuose e sovraccariche |
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ci |
soffocava la decorazione fittissima che per giunta si moltiplicava |
in una miriade di specchi situati dovunque. Scrutavo me stesso per |
vedere se in quelle giornate di inerzia fossi ingrassato e imbruttito, |
poco o assai. Ne avevo il timore siccome Ifigenia non |
sembrava gradire la mia vicinanza. La parte più desolata e |
angosciante però fu la grotta artificiale dove il re disgraziato passava |
giornate intere fissando l'acqua e le pareti livide. Mentre osservavo |
quel lugubre stagno, riflettevo sull'infinita solitudine di Ludwig |
esiliatosi dal mondo insopportabile degli speculatori travestiti da |
uomini[3] . Pensavo che sarei arrivato anche io a un rinnegamento |
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così completo della vita sociale, se avessi perduto il gusto |
dell'educazione, l'interesse e l'amore degli adolescenti: allora |
un'inerzia, un tedio del genere mi avrebbe annientato. |
Guardai Ifigenia: il buio, la muffa e lo squallore della cupa |
caverna, le avevano tolto bellezza e salute. Dicevo a me stesso:"Io sto con |
questa |
cui non ho più niente da dire, sperando che mi faccia |
sentire la necessità di scrivere un capolavoro; vado a letto con tale |
donna nevrotica, ingenerosa, opportunista, che non stimo, che |
nemmeno mi piace del tutto, che a sua volta mi frequenta solo per il suo misero |
l'utile: la porto in viaggio con me e l'aiuto a preparare l'esame di |
abilitazione all’insegnamento che farà per ripiego se non potrà recitare altrove che a scuola dove la paga è misera. Il nostro amore è pieno di falsità, brutto, asfissiante quanto |
la grotta penosa e le stracariche stanze del re". |
Sulla via del ritorno, attraversando l'Austria, manifestai il mio |
stato d'animo alla compagna muta come un baule. Quel suo viso |
da commediante, capace di trasformarsi ad ogni sobbalzo, era |
immoto. Allora la provocai: le chiesi perché fosse venuta in Baviera e continuasse a stare con me, se non muoveva un dito per aiutarmi quando mi vedeva depresso o preoccupato. Bologna i febbraio 2023 ore 9, 53 giovanni ghiselli p.s. Sempre1318453 Oggi50 Ieri395 Questo mese50 Il mese scorso11301 Questo capitolo è triste: prelude alla morte scoscesa di questo amore finito ancora più sciaguratamente dei precedenti e dei successivi. Mi ha inflitto un dolore che tuttavia è stato benefico e provvidenziale: mi ha spinto a scrivere non solo commentando gli autori greci come facevo allora ma raccontando storie di vita amorosa e politica, personale e universale. Oggi sono contento: in 10 anni ho avuto i lettori che vedete sopra: 10987 al mese, 361 al giorno. Senza alcuna pubblicità se non il valore della mia scrittura che forse non morrà.
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[1] Una specie di capro espiatorio
[2] Shakespeare The tempest, I, 2)
[3] Cfr. A. Schopenhauer, Parerga e paralipomena, trad. it. Adelphi, Milano,
1983, p.278, Tomo II:" Il nostro mondo civilizzato non è altro che una colossale
mascherata. Vi si trovano cavalieri, preti, soldati, dottori, avvocati..Ma essi non
sono ciò che rappresentano, non sono altro che maschere dietro le quali di regola
stanno degli speculatori(money-makers)".
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