NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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mercoledì 1 febbraio 2023

Ifigenia XXII. Il pellegrinaggio in Baviera seconda parte.

Ifigenia XXII

 

Il pellegrinaggio in Baviera seconda parte. Racconto storie che forse non moriranno.

 

La mattina seguente, di buonora, partimmo diretti al castello di

Neuschwanstein. Lo trovammo dopo lunga ricerca. Da lontano

sembrava bello, antico e fatato; da vicino apparve ibrido ;

l'interno era contrassegnato dal guazzabuglio. Mentre ne percorrevamo le sale

e le gallerie, imbrancati con altri turisti, pensavo al pover'uomo

che si piccava di intendere la bellezza ideale e si circondava di tanta

confusione reale. Sulle montagne pesavano nuvole quasi nevose che

versavano un freddo umido e grigio. Presagio di un’estate di morte.

" L'inverno non finirà mai, mai", dissi ricordando una battuta  di Ludwig nel film.

Nella dimora reale ogni cosa era spropositata e caotica: la struttura

che contamina falso gotico e falso romanico, la chiesastica sala del

trono enorme, pacchiana nelle colonne viola e turchine, nella

decorazione grottesca, nella scalinata che porta all'abside dove è

dipinto un Gesù Cristo benedicente il sovrano per grazia di Dio.

Le altre stanze, meno grandi, apparivano ancora più sovraccariche:

dappertutto lampadari mastodontici, statue di santi, di eroi, di dèi,

mosaici e affreschi asfissianti, privi di ordine, gusto e misura;

insomma la negazione del bello con semplicità.

Mi vennero in mente alcune scene del film. Il monarca sdentato e

ingrassato, l'eroe capovolto a

farmakov~[1]

 

,a mostro deforme preso

di mira dalla natura, domanda esterrefatto:"Von Holnstein è qui, a

Neuschwanstein?" Il conte traditore aveva ordito una congiura, in

combutta con una marmaglia di burocrati, medici, e servi che pure erano stati riempiti di regali da Ludwig. L’ingratitudine e la perfidia caratterizzano ogni plebeo.

 

Guardavo Ifigenia immemore e muta.

"Mi procuri del veleno. Basta andare in farmacia " chiedeva il re. Ma Il colonnello

Dürckeim, l'aiutante di campo meravigliosamente fedele, voleva

salvare il suo sire, cercava di spingerlo a Monaco perché

rivolgesse un proclama all'esercito e al popolo amici. Ludwig però

aveva deciso di lasciarsi annientare:"Nemmeno otto elefanti

riuscirebbero a trascinarmi in quella città che odio!". E il fellone

Von Holnstein lo fece afferrare da quattro infermieri insolenti che

 

.

 

 

lo portarono sul lago dall'acqua nera dove una sera piovosa di

giugno il mostro affogò,  riconsacrandosi re. La morte per acqua  non aveva fatto sparire questo lunatico re ma lo aveva trasformato  into something rich and strange "[2].

Usciti dal castello maggiore, partimmo per Linderhof.

E' una villa in stile rococò. Sotto un cielo sempre gelido e scuro

riconoscemmo la fontana senz'acqua e le rampe della sbrecciata

scalea apparse nel film di Visconti. Nelle stanze sontuose e sovraccariche

 

ci

soffocava la decorazione fittissima che per giunta si moltiplicava

in una miriade di specchi situati dovunque. Scrutavo me stesso per

vedere se in quelle giornate di inerzia fossi ingrassato e imbruttito,

 poco o assai. Ne avevo il timore siccome Ifigenia non

sembrava gradire  la mia vicinanza.

La parte più desolata e

angosciante però fu la grotta artificiale dove il re disgraziato passava

giornate intere fissando l'acqua e le pareti livide. Mentre osservavo

quel lugubre stagno, riflettevo sull'infinita solitudine di Ludwig

esiliatosi dal mondo insopportabile degli speculatori travestiti da

uomini[3] . Pensavo che sarei arrivato anche io a un rinnegamento

 

così completo della vita sociale, se avessi perduto il gusto

dell'educazione, l'interesse e l'amore degli adolescenti: allora

un'inerzia, un tedio del genere mi avrebbe annientato.

Guardai Ifigenia: il buio, la muffa e lo squallore della cupa

caverna, le avevano tolto bellezza e salute. Dicevo a me stesso:"Io sto con

questa

cui non ho più niente da dire, sperando che mi faccia

sentire la necessità di scrivere un capolavoro; vado a letto con tale

donna nevrotica, ingenerosa, opportunista, che non stimo, che

nemmeno mi piace del tutto, che a sua volta mi frequenta solo per il suo misero

l'utile: la porto in viaggio con me e l'aiuto a preparare l'esame di

abilitazione all’insegnamento che farà per ripiego se non potrà recitare altrove che a scuola dove la paga è misera. Il nostro amore è pieno di falsità, brutto, asfissiante quanto

la grotta penosa e le stracariche stanze del re".

Sulla via del ritorno, attraversando l'Austria, manifestai il mio

stato d'animo alla compagna muta come un baule. Quel suo viso

da commediante, capace di trasformarsi ad ogni sobbalzo, era

immoto. Allora la provocai: le chiesi perché fosse venuta in

Baviera e continuasse a stare con me, se non muoveva un dito per

aiutarmi quando mi vedeva depresso o preoccupato.

Bologna i febbraio  2023 ore 9, 53

giovanni ghiselli

p.s.

Sempre1318453

Oggi50

Ieri395

Questo mese50

Il mese scorso11301

Questo capitolo è triste: prelude alla morte scoscesa di questo amore  finito   ancora più sciaguratamente  dei precedenti e dei successivi. Mi ha inflitto un dolore che tuttavia è stato benefico e provvidenziale: mi ha spinto a scrivere non solo commentando gli autori greci come facevo allora ma raccontando storie di vita amorosa e politica, personale e universale.

Oggi sono contento: in 10 anni ho avuto i lettori che vedete sopra: 10987 al mese, 361 al giorno. Senza alcuna pubblicità se non il valore della mia scrittura che forse non morrà.

 

 



[1] Una specie di capro espiatorio

[2] Shakespeare The tempest, I, 2)

[3] Cfr. A. Schopenhauer, Parerga e paralipomena, trad. it. Adelphi, Milano,

1983, p.278, Tomo II:" Il nostro mondo civilizzato non è altro che una colossale

mascherata. Vi si trovano cavalieri, preti, soldati, dottori, avvocati..Ma essi non

sono ciò che rappresentano, non sono altro che maschere dietro le quali di regola

stanno degli speculatori(money-makers)".

 

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