Ieri sera ho visto un film molto bello: “The quiet girl”. Si tratta di una bambina circa decenne, una creatura silenziosa, schiva, maltrattata e resa asociale da un cialtrone di padre, da sorelle stupide e da una madre oberata dalla fatica e dalla povertà. Quando la madre deve partorire il quarto o quinto figlio la bambina silenziosa viene affidata a due lontani parenti che la sostengono, la aiutano, le ridanno fiducia in se stessa e nella possibilità di essere amata. Alla fine chiamerà babbo quello adottivo che l’ha educata e amata davvero come figlia, anche perché il lei ha ritrovato un figlio suo e della moglie morto da bambino.
Questo film mi ha commosso profondamente e non solo perché mi manca una figlia. Mi ha fatto pensare a quanto il benessere o il malessere mentale ed emotivo delle bambine e dei bambini dipende da quello che ricevono di bene o di male dai genitori. Se la scuola è buona e i maestri sono degli educatori possono correggere le malefatte dei parenti. Altrimenti quei bambini sono probabilmente condannati per tanti anni, anche a vita. I genitori che maltrattano i propri figlioli commettono il crimine peggiore. I bambini e pure i ragazzi hanno bisogno di venire educati a vivere innanzi tutto. Devono trovare un ordine nella confusione, un orientamento adatto alle loro attitudini, consono alle loro predisposizioni, e hanno bisogno di sensibilità delicatezza, intelligenza da parte dei genitori. Davvero esemplare è la storia di questa ragazzina silenziosa che da un atteggiamento di sfiducia e chiusura davanti a un padre biologico brutale, trova la propria natura di persona aperta al bene e grata del bene gazie a una madre adottiva affettuosa e a un padre non bilogico che le vuole bene e la educa con poche parole intelligenti, un uomo che le assomiglia pur non avendola generata carnalmente. Ma la rimette al mondo.
Bologna 25 febbraio 2023 giovanni ghiselli ore 11, 57 giovanni ghiselli
p. s.
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