NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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giovedì 23 febbraio 2023

Donne molto diverse da Lou Salomé.

L’uomo è attirato più dalla bellezza o dalla “virtù” della donna?

Nella seconda parte dell'Economico (capp. VII e sgg.) Socrate riferisce un dialogo tenuto con Iscomaco che è un gentiluomo (kalo;" kai; ajgaqov" ) di campagna il quale considera l'agricoltura come la più nobile tra le attività economiche perché produce ricchezza e pure uomini nobili, pronti a difendere la patria.

 

Interessante è la considerazione della moglie. La ragazza deve essere sposata quando è ancora molto giovane dall'uomo già adulto perché questo possa educarla, o addirittura addomesticarla.

 Una posizione già presa dal protomisogino Esiodo il quale consiglia il matrimonio con una vergine sui diciassette anni all'uomo circa trentenne perché, precisa, tu possa insegnarle onesti costumi:"wJv" k j h[qea kedna; didavxh/""[1].

 

Come deve essere la sposa buona? Secondo Senofonte ella deve occuparsi dei lavori interni alla casa, mentre il marito seguirà quelli esterni. Infatti per la donna è più bello restare dentro casa che vivere fuori ("Th'/ me;n ga;r gunaiki; kavllion e[ndon mevnein hj; quraulei'n", Economico , VII, 30) mentre per l'uomo è più vergognoso rimanere in casa che impegnarsi nelle cose esterne.

Iscomaco racconta che, quando si era sposato, sua moglie non aveva ancora 15 anni : “ h] e[th me;n ou[pw pentekaivdeka gegonui`a h\lqe pro;ς ejmev”, e nel tempo precedente viveva sotto un’assidua sorveglianza “o{pwς w;ς ejlavcista me;n o[yoito, ejlavcista d j ajkouvsoito, ejlavcista d’ ejrhvsoito” (VII, 4),  perché vedesse il meno possibile, ascoltasse il meno possibile, domandasse il meno possibile .

Iscomaco dunque ha insegnato alla moglie-ragazza che le cose davvero belle e buone non si accrescono grazie all’avvenenza della giovane età, agli occhi degli uomini, ajlla; dia; ta;~ ajreta;~ bensì per le virtù funzionali alla vita (Senofonte, Economico , VII, 43). Non è chiaro in cosa consistano queste virtù. Ma in un discorso economico saranno quelle della massaia-

Nell'Andromaca[2] di Euripide , la moglie sottomessa può costituire un  contrasto con la Medea del medesimo autore. La vedova di Ettore, divenuta schiava e amante di Neottolemo, spiega a Ermione la legittima moglie del figlio di Achille, sterile e non amata dal marito, con quali mezzi una sposa può acquistare e mantenere l'affetto dello sposo. 

"Non certo per i miei farmaci[3] ti odia lo sposo/ ma se non sei adatta a vivere con lui./ E' un filtro  amoroso anche questo: non la bellezza, o donna,/ ma le virtù danno piacere ai mariti."- (ouj to; kavllo~ , w\  guvnai,-ajll j ajretai; tevrpousi tou;~ xuneunevta~ vv. 20t-208 ). Nel caso della moglie di Ettore rappresentata da Euripide in questa tragedia e nelle Troiane, la sua virtù è la sottomissione al marito.

La svalutazione della bellezza è un’operazione sospetta, tipica di chi non è bello né intelligente. Chi è davvero bello conta sull’aspetto, chi è davvero intelligente conta su questa forza e nessuno dei due sente il bisogno di svalutare l’altro.

 Ovidio nei Medicamina faciei (1 d. C.) : sostiene che l'aspetto piace se anche il carattere è attraente (ingenio facies conciliante placet, v. 44) il poeta raccomanda la tutela morum (v. 43), la cura del comportamento:"Certus amor morum est, formam populabitur aetas,/ et placitus rugis vultus aratus erit" (45-46), sicuro è l'amore del costume, la bellezza verrà devastata dall'età, e il volto piacente sarà solcato da rughe.

Insomma i buoni costumi gli optimi mores sono una ottima dote per le ragazze da marito.

Nell’Aulularia di Plauto, l’avaro Euclione dice al benestante Megadoro che se loro due diventassero consuoceri quello ricco maltratterebbe quello povero.

Poi ribadisce: “nihil est dotis quod dem” (238). Non ho un soldo da dare di dote (a  mia figlia che tu vuoi sposare)

Megadoro allora ribatte :

"Ne duas.Dum modo morata recte veniat, dotata est satis "(239) purché venga con buoni costumi (mores) ha già una bella dote.

 

Certamente la bellezza è meno stabile e più rapidamente peritura, tuttavia credo che tra queste due doti supreme possa esserci una sinergia: per lo meno l’intelligenza contribuisce a conservare a bellezza, talora perfino a costruirla.

Bisogna poi vedere che cosa si intende per virtù. Personalmente trovo più interessante una donna come la Sempronia di Sallustio della quale ho riferito in un post precedente che nella moglie scelta da Iscomaco, una fanciulla ignara di tutto o nell’Andromaca subordinata di Euipide

Bologna 23 febbraio 2023 giovanni ghiselli ore 19, 18

 

 

 



[1]Le opere e i giori , v. 699.

[2] Composta tra la Medea del 431 e l'Ippolito del 428, ossia nei primi anni della guerra del Peloponneso.

[3]  Con i favrmaka (v.205) e il   fivltron (v. 207) Andromaca allude ai filtri e alle droghe delle maghe del mito e della letteratura: Circe, Calipso, Medea.

 

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