Trigeo quindi sprona lo scarabeo chiamandolo Pegaso- ajll j a[ge Phvgase- (154) e attribuendogli fantasiosamente lucide orecchie e freni d’oro. Ma questo volge le narici verso le latrine e il cavaliere deve invitarlo a puntare dritto verso il palazzo di Zeus “ajpo; me;n kavkkh~ th;n rJi`n j ajpevcwn” 162- distogliendo il naso dalla cacca.
Alcuni uomini e donne in una vita precedente devono essere stati scarabei perché conservano questo tipo di attrazione
Lo scarabeo non dà retta a Trigeo e si abbassa verso un uomo che sta cacando nel Pireo in mezzo alle puttane.
Quindi il cavaliere prova a dissuadere lo sconcio imbrattatore: “a[nqrwpe, ti; dra`~ ou|to~ oJ cevzwn-ejn Peiraiei` para; tai~ povrnai~; (164-165), o quell’uomo che cosa fai tu che cachi nel Pireo vicino alle puttane?
Ne va della vita di Trigeo se colui non confonde l’odore delle feci con del serpillo-una pianta odorosa- o del profumo perché lo scarabeo è irresistibilmente attratto dal puzzo.
Aristofane contrappone spesso i bisogni corporali degli uomini ai grandi discorsi tragici politici o filosofici. Vuole dire che noi uomini siamo anche transiti di cibo.
Segue un gioco di parole invero sciapo tra cevzw-caco- e Civwn, la città di Chio che dovrà pagare cinque talenti dia; to;n so;n prwktovn, per colpa del tuo culo (172) Questi 18 versi sono cantati
Seguono versi parlati.
Trigeo sente a sua volta le budella in subbuglio e teme di essere in procinto di pascere lo scarabeo se quello il macchinista, quello che muove la machina- oJ mhcanopoiov~ 174) non sta attento.
Anche svelare la finzione scenica fa parte del gioco comico.
Poi però Trigeo vede la casa di Zeus.
Quindi appare Ermes che ha sentito voce umana e probabilmente anche il fetore dello scarabeo perché domanda: “touti; tiv ejsti to; kakovn; -181che porcheria è questa? Penso che kakovn si associ a kavkkh~ del verso 162 negli orecchi degli spettatori
Ermes apostrofa Trigeo chiamandolo a ripetizione miarev; pammivare e miarwvtate, ripugnante, ripugnante integrale e ripugnantissimo.
Quindi gli chiede il nome. Trigeo lo asseconda e risponde miarwvtato~ (185).
Malfamato come i pacifisti di oggi.
Ermes gli chiede anche quale sia l’origine del suo gevno~ e Trigeo non esita: “miarwvtato~”(186).
Mi sembra appropriata l’uso dell’ironia contro i diffamatori.
Alla domanda sul proprio padre Trigeo risponde ancora miarwvtato~. Ermes lo minaccia di morte se non gli dirà il nome e finalmente Trigeo lo dice: “Trugai`o~ jAqmoneu;~ ajmpelougo;~ dexiov~, ouj sukofavnth~ oujd j ejrasth;~ pragmavtwn” (189-190) Trigeo del demo attico di Atmonia, abile vignaiolo, non delatore, non amante di liti
Ermes gli chiede perché sia venuto. Trigeo gli offre della carne e il dio non lo chiama più miarwvtato~ (194).
Il vignaiolo gli dà dell’avido -glivscrwn (193)- L’avidità umana contamina pure gli dèi.
Trigeo chiede degli altri dèi ed Ermes risponde che se ne sono andati: hanno sloggiato ieri -frou`doi ga;r ejcqev~ eijsin ejxw/kismevnoi
- (197)
Bologna 25 febbaio 2023 ore 19, 51
p. s.
il catalogo è questo
Sempre1327256
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