Mi sono chiesto più di una volta perché Massimo Troisi ha avuto diversi premi ed è tuttora ricordato come un bravo o addirittura un grande attore.
Con tutto il rispetto per un giovane morto ante diem, a me non è mai piaciuto perché non capivo quello che diceva. Ora che questo parlare senza farsi comprendere è diffuso al cinema e in televisione credo che il borbottare incomprensibile il farfugliare irrispettoso di chi ascolta e offensivo della nostra lingua madre venga consigliato e raccomandato dal potere cui fa comodo che la gente non capisca. Una volta chi presentava i telegiornali doveva studiare dizione: dire per esempio chièsa, non chièsa o giubilèo, non giubiléo. In casa mia mamma, le zie e il padre loro, mio nonno parlavano aretino e deridevano la pronuncia errata: non era italiano dicevano, magari esagerando.
Quegli idiotismi erano tuttavia comprensibili: ora si arriva a borbottare non dico un italiano pronunciato male ma nemmeno un dialetto: si fanno versi male articolati che sembrano emessi dalla gola di un papero o di un cercopiteco piuttosto che di un uomo.
Il nostro doppiaggio dei film girati in altre lingue una volta era esemplare per la dizione e la recitazione: ora è in buona parte incomprensibile perché le parole, magari belle del testo, vengono sputate o ruttate invece che pronunciate umanamente. Questa oramai è la regola. Che non solo è tollerata o imposta dal potere ma va benissimo agli ignoranti i quali, autorizzati a non farsi capire, possono nascondere il loro vuoto culturale e mentale.
Concludo citando alcune parole d’oro che il personaggio Socrate del dialogo platonico Fedone dice al personaggio Critone :" euj ga;r i[sqi…a[riste Krivtwn, to; mh; kalw'" levgein ouj movnon eij" aujto; tou'to plhmmelev"[1], ajlla; kai; kakovn ti ejmpoiei' tai'" yucai'"" (115 e), sappi bene…ottimo Critone che il parlare non bene non è solo una stonatura in sé, ma mette anche del male nelle anime.
Bologna 18 febbraio 2023 giovanni ghiselli
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