NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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sabato 11 febbraio 2023

Nietzsche 124 . Ecce homo. Perché io sono un destino 4. I buoni e i cattivi trasvalutati

 

Nietzsche 122 . Ecce homo. Perché io sono un destino 4.

I buoni e i cattivi trasvalutati

In questa sezione Nietzsche ricorda e  cita alcune parole dello Zarathustra (Di antiche tavole e nuove 26) dove i buoni sono identificati con i farisei. I buoni dunque sono i cosiddetti buoni, gli ipocriti, i falsi buoni che spesso uccidono i veri buoni

“Fratelli miei, ci fu uno che un giorno vide nel cuore dei buoni e disse: “sono i farisei” (…) I buoni non possono che essere farisei, essi non hanno scelta! (…) I buoni non possono non crocifiggere colui che inventa per sé la sua virtù! Questa è la verità (…) Colui che crea, essi odiano massimamente: colui che spezza le tavole e gli antichi valori, colui che infrange e che essi chiamano delinquente”.

 Questo nello  Zarathustra.

In Ecce homo c’è qualche variazione: “I buoni infatti non sono capaci di creare essi sono sempre il principio della fine; essi crocifiggono colui che scrive valori nuovi su tavole nuove, essi immolano a se stessi l’avvenire, crocifiggono ogni valore dell’uomo! E per quanti danni possono fare i calunniatori del mondo: il danno dei buoni è il più dannoso dei danni”.

Pensate ai padri della Chiesa,  ai prelati sedicenti cristiani compresi tanti Papi, e ai furfanti bigotti che hanno portato avanti la crocifissione voluta da Caifas il pontifex che nel sinedrio convocato dai sommi sacerdoti e dai farisei disse: “expedit vobis ut unus moriatur homo pro populo et non tota gens pereat” (N. T. Giovanni, 11, 50)

Sentite come Benedetto Croce ricorda questo episodio: “La catastrofe fu precipitata dalla battaglia data alla repubblica dai cattolici nella questione Dreyfus e dal contegno che tenne in essa la Curia romana. Quella ipocrita ferocia in cui pareva riudire dalle bocche dei preti il detto di Caifas: “Expedit ut unus moriatur homo pro populo” sdegnò il mondo civile” (Storia d’Europa  nel secolo decimonono, IX, L’età liberale, 1871-1914).

Oggi purtroppo il mondo civile non si sdegna più. Non si sdegnò per Aldo Moro lasciato ammazzare impunemente. Allora l’arcivescovo di Ivrea monsignor Bettazzi disse di aver sentito ripetere il detto di Caifas in Vaticano. Poi l’Italia non si è sdegnata per la povera ragazzina fatta sparire dal Vaticano, e ora non si sdegna per il caso dell’anarchico lasciato moribondo nel carcere duro. Questi sono i fatti dei presunti buoni.

Pensate anche ai burocrati dei regimi comunisti che hanno mandato o lasciato andare in malora uno stato di cose che era nato come meno ingiusto e meno triste di questo dove è precipitato adesso il mondo.

Bologna 11 febbraio 2023 ore 19, 11 giovanni ghiselli

Sempre1322363

 

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