Nietzsche 99. Crepuscolo degli idoli Scorribande di un inattuale 45. Il delinquente e ciò che gli è affine.
“Dostoevskij è l’unico psicologo, tra l’altro dal quale ho imparato qualcosa: lo annovero tra i più bei casi fortunati della mia vita, ancor più della scoperta di Stendhal. Quest’uomo profondo, che ebbe dieci volte ragione nel disprezzare la superficialità dei Tedeschi, ha percepito in modo assai diverso da quanto egli stesso si aspettava i deportati siberiani, in mezzo ai quali visse a lungo, tutti criminali incalliti per i quali non esisteva più alcuna via di ritorno nella società-li ha percepiti tutti quasi fossero intagliati nel legno, nel legno migliore, più duro e pregiato che cresca nella terra russa.
Generalizziamo il caso del delinquente: immaginiamo nature alle quali, per un qualche motivo, manchi il comune consenso, le quali sappiano di non essere ritenute benefiche, utili,-quel sentimento-ciandala di non essere considerate come uguali, ma come reiette, indegne, contaminatrici. Tutte le nature di questo genere hanno nei loro pensieri e nelle loro azioni il colore del sottosuolo; in esse tutto diventa più smorto. Ma quasi tutte le forme di esistenza che noi oggi elogiamo hanno vissuto una volta in questa aria semisepolcrale: lo scienziato, l’artista, il genio, lo spiito libero, l’attore, il commerciante, il grande scopritore.
Finché il prete fu considerato il tipo supremo, fu screditata ogni preziosa specie umana”.
Un mio breve commento: i preti non sono tutti uguali, a partire dai Papi, alcuni sono stati vicari di Cristo, altri solo gestori del potere, di un potere tutt’altro che spirituale. Penso al caso che mi accora di Emanuela Orlandi. Martedì scorso suo fratello, l’antigonesco Pietro che ammiro, ha detto che Giovanni Paolo II è implicato nella sparizione di sua sorella quindicenno. Un caso di pedofilia, ha detto, o di traffici con la banda della Magliana. Comunque il Vaticano ci entra di sicuro.
Ebbene Giovanni Paolo II è stato santificato non so ancora per quali opere buone.
Papa Francesco è diverso e ci aspettiamo che si adoperi perché si sveli questo mistero che per il Vaticano è più nocivo della Sfinge per Tebe prima che arrivasse Edipo. Se lascerà tutto nell’oscurità sull’assassinio di quella ragazzina, nemmeno Francesco sarà il vero vicario.
Torno a Nietzsche. “Richiamo l’attenzione sul fatto che ancor oggi, sotto il più mite regime che bbia mai dominato sulla terra, almeno in Europa, ogni deroga alla norma, ogni stare a lungo, troppo a lungo, in basso, ogni forma di esistenza inconsueta e oscura avvicina a quel tipo che il criminale porta a compimento. Tutti gli innovatori dello spirito hanno per un certo tempo sulla fronte lo scialbo e fatalistico segno del Ciandala: non perché siano ritenuti tali, ma perché essi stessi sentono il temendo abisso che li separa da tutto ciò che è sancito dall’uso e che viene onorato.
Quasi ogni genio conosce, come una delle sue evoluzioni, l’ “esistenza catilinaria”, un sentimento di odio, di vendetta e di rivolta contro tutto ciò che già è, che non diviene più.
Catilina-la forma di prresistenza di igni Cesare”.
Concludo questo argomento citando di nuovo Il gioco delle perle di vetro di Hermann Hesse che sto rileggendo: “ Knecht aveva tratto, anche dalle opere di padre Jacobus sull’Odine benedettino, l’idea dell’Ordine come comunità militante e della devozione come atteggiamento battagliero: “Non esiste”-disse una volta- “una vita nobile ed elevata senza la conoscenza dei diavoli e demoni e senza la continua battaglia contro di essi”
Bologna 2 febbraio 2022 ore 10, 48. Oggi c’è il sole già alto nel cielo
p.s
Un buon segno vocale
Nella mia vita il 2 febbraio è una pietra miliare, una data capitale dell’anno solare. Perché? Perché il primo febbraio della mia vita che passai a Bologna, quello dell’anno 1964, camminavo nella zona universitaria desolato e depresso. Avevo nei miei pensieri il buio del sottosuolo e respiravo un’aria sepolcrale.
Ma ad un tratto sentìi un annuncio di prossima resurrezione. Due studentesse camminavano dietro di me e una disse all’altra: “c’è ancora tanta luce nel cielo: gornate lunghe!”. Erano guà le 17 e 40.
“Che tu sia benedetta ragazza!” pensai e lo penso ancora. Le lasciai passare e vidi che era pure carina. “Che tu sia benedetta”, ripetei e mi dissi: “ce la farò”. Ogni anno ripassando di lì il 2 febbraio benedico quella ragazza che mi diede un segno vocale di ritorno del sole e del mio ritorno alla vita.
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