Tajani ha telefonato al collega Kuleba giurando che l’Italia resterà coinvolta nella guerra.
Invero sull’Ucraina, come a Tegea in Arcadia intorno al 550 a. C., spirano venti soffiati con ineluttabile necessità che è quella del contrasto tra la Nato e l’impero russo.
Ai colpi seguono contraccolpi-kai; tuvpo~ ajntivtupo~- di armi letali, e sciagura su sciagura si posa-kai; ph`m j ejpi; phvmati kei`tai- come avvertiva la Pizia nelle Storie di Erodoto (I, 67, 4).
Tali colpi stanno già rimbombando in Italia, e nemmeno da noi mancano le sciagure. Eppure lo spensierato ministro degli Esteri assicura quello di Kiev promettendo tante altre armi dove ce ne sono già troppe e tanti altri morti, possibilmente solo tra i Russi, ma le bombe non conoscono la discrezione.
Nemmeno Tajani la conosce e dice quello che gli viene ordinato, senza distinguere il bene dal male.
Bologna 23 ottobre 2022-ore 11
giovanni ghiselli
p. s.
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