NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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domenica 30 ottobre 2022

La famiglia e la stirpe

Giorgio De Chirico
La famiglia del pittore 
James Joyce

Il giovane Stephen Dedalus dell’Ulisse dice a se stesso che l'opera di Shakespeare è imperniata su rapporti familiari dolorosi e scellerati, in particolare quelli tra padri - figli e tra fratelli:"il tema del fratello traditore o usurpatore o adultero o tutti e tre in una volta è per Shakespeare, quello che non è il povero, cioè sempre vicino al suo cuore. La nota dell'estraniamento, estraniamento dal cuore, estraniamento da casa sua, risuona ininterrottamente dai Due Gentiluomini di Verona   in avanti fino al punto in cui Prospero rompe la verga, la nasconde un certo numero di tese sotto terra e affonda il libro" [1]After God Shakespeare has created most”, Dopo Dio Shakespeare è il più grande creatore pagina 291 in italiano dei Meridiani Mondadori, pagina 191 nel testo inglese dei Wordsworth Classics))
 
Edgar Morin
 "La famiglia è il luogo arcaico del Sesso nella sua ferocia biologica e mitologica, camuffato sotto tutti i suoi aspetti amorosi, amabili, utili e funzionali. Freud[2] ha sollevato il pesante velo che lo nascondeva, rivelando così l'intimità della famiglia. Ha strappato la braghetta del Padre e le mutande della Madre per rivelare il Fallo e la Vagina nella loro gloria terribile e sovrana.La famiglia in quanto entità autonoma chiusa può essere fonte di patologie e di disagio per i bambini, eredi delle nevrosi parentali, sottomessi all'autorità incomprensiva o brutale del padre e talvolta abusati, frustrati dall'indifferenza di una madre o soffocati dalla sua possessività. In ogni famiglia baluginano tra le ceneri le braci della tragedia di Edipo, ma anche quelle degli Atridi secondo cui Clitemnestra diventa amante di Egisto durante la lunga assenza del suo sposo Agamennone, che, al suo ritorno, lo uccide, cosa che susciterà la vendetta omicida di Elettra e di Oreste, poi i tormenti infernali dei giustizieri. Esistono due immagini archetipiche della famiglia in Occidente: la famiglia atroce, nella quale gli Atridi contemporanei hanno assunto forme borghesi (Pel di Carota di Jules Renard, Vipere au poing di Hervé Bazin[3]) e la Sacra Famiglia dell'armonia casta e pura. Le famiglie reali vanno zigzagando in modo variabile tra questi due poli"[4].
 
Sentiamo  Oriana Fallaci che non è stata sempre una donna d’ordine:“Io non credo alla famiglia. La famiglia è una menzogna costruita da chi organizzò questo mondo per controllare meglio la gente (…) Ci si ribella più facilmente quando si è soli, ci si rassegna più facilmente quando si vive con altri. La famiglia non è che il portavoce di un sistema che non può lasciarti disobbedire, e la sua santità non esiste. Esistono solo gruppi di uomini e donne e bambini costretti a portare lo stesso nome ed abitare sotto lo stesso tetto: detestandosi, odiandosi, spesso”[5].
 
Ora Pasolini
 Locus similis negli Scritti corsari, dello stesso anno: “la civiltà dei consumi ha bisogno della famiglia. Un singolo può non essere il consumatore che il produttore vuole. Cioè può essere un consumatore saltuario, imprevedibile, libero nelle scelte, sordo, capace magari del rifiuto: della rinuncia a quell’edonismo che è diventato la nuova religione. La nozione di “singolo” è per sua natura contraddittoria e inconciliabile con le esigenze del consumo. Bisogna distruggere il singolo. Esso deve essere sostituito (cm’è noto) con l’uomo-massa. La famiglia è appunto l’unico possibile “exemplum” concreto di “massa”. E’ in seno alla famiglia che l’uomo diventa veramente consumatore”[6].
 
Appendice mia
Alla famiglia io, come Sofocle, antepongo il gevno~, il legame del sangue dove scorrono tutte le nostre virtù e i nostri vizi, le nostre forze da potenziare e le nostre debolezze da curare con grande impegno.
Tra i “maggior nostri”  possiamo scegliere e privilegiare come modelli quelli che ci hanno lasciato le eredità migliori in termini di salute, di intelligenza e di carattere. Gli altri dobbiamo rispettarli e possiamo perfino amarli ma rifiutarne l’eredità negativa delle debolezze e dei difetti, dei ticchi e degli orrori, delle deformità fisiche e mentali che in nessuna stirpe mancano, né mancano mai del tutto gli aspetti positivi.
Nasciamo con delle predisposizioni ereditate certo, tuttavia possiamo opporci a quelle deleterie e favorire quelle favorevoli alla vita, all’amore, al lavoro. Comprendiamo fin da bambini quali sono.
Già alle elementari ero bravo a scuola-molto bravo, egregio nelle materie letterarie- e bravo in bicicletta-egregio in salita. Queste due capacità ho coltivato per piacere a me stesso e agli altri, massime alle donne che sento congeniali. E le coltivo ancora nella totale autonomia che ho sempre difeso da imbecilli, profittatori e prepotenti.
Poiché se ci troviamo ancorato in casa un cretino, o uno sfruttatore o uno prevaricatore, o un fannullone di un’altra stirpe non è facile liberarsene: spesso è una condanna a vita, un ergastolo, talora è una condanna a morte. Con questo non dico che la solitudine sia una delizia, anzi essa va intervallata con intermezzi gioiosi. Danda est tamen omnibus aliqua remissio"[7].
E tenersi liberi per incontri con persone belle e buone i kalokajgaqoiv che esistono ancora.
 
 
Bologna 30 ottobre 2022 ore 10. Ora solare. Oggi scenderà il buio alle 18.
Dovremo accendere la luce elettrica per studiare e quella interna dell’anima che non deve mai restare nell’ooscurità.
giovanni ghiselli

p. s.
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[1] Ulisse, p. 290.
[2] Il quale ha utilizzato sistematicamente, e spesso opportunamente, i Greci e i Latini (ndr).
[3] Non conosco questi testi. Io avrei indicato Il lutto si addice ad Elettra (1931) di E. O' Neill, oppure L’esclusa di Pirandello pubblicato nel 1901 (ndr.).
[4] E. Morin, L'identità umana , p. 156.
[5] Lettera a un bambino mai nato  (del 1975), pp. 36-37.
[6] P. P. Pasolini, Scritti corsari, p. 46.
[7] Quintiliano, Inst., I, 3, 8.

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