Pure Tacito non dà alcun credito alle leggi di Roma :"corruptissima re publica plurimae leges " (Annales III, 27) più corrotto è lo stato, più numerose sono le leggi.
Anche nell'Urbe di Nerone tutto è rovesciato: lo afferma Tacito dopo avere raccontato l'assassinio di Ottavia ventenne:"Quicumque casus temporum illorum nobis vel aliis auctoribus noscent, praesumptum habeant, quotiens fugas et caedes iussit princeps, toties grates deis actas, quaeque rerum secundarum olim, tum publicae cladis insignia fuisse " (Annales , XIV, 64), chiunque conoscerà le vicende di quei tempi da me o da altri autori, tenga per certo che tutte le volte che l'imperatore ordinò esili e stragi, altrettante volte si resero grazie agli dèi, e quelli che una volta erano segni di prosperità, allora lo furono di calamità pubblica. Isocrate nell' Areopagitico , del 356, sostiene che la gran quantità delle leggi e la cura con cui sono state elaborate (tav ge plhvqh kai; ta;" ajkribeiva" tw'n novnwn, 40)[1] è segno che la città è mal governata. E poco più avanti :"ouj ga;r toi'" yhfivsmasin, ajlla; toi'" h[qesin kalw'" oijkei'sqai ta;" povlei""(41), infatti le città si governano bene non con i decreti ma con la bontà dei costumi
Sallustio nel Bellum Catilinae , rimpiange i boni mores dell'antica Repubblica, quando cives cum civibus de virtute certabant , i cittadini gareggiavano per il valore con i cittadini, e ricorda che:"ius bonumque apud eos non legibus magis quam natura valebat " (9), il diritto e l'onestà da loro aveva forza non più per le leggi che per natura.
Nella Vita di Solone di Plutarco troviamo una derisione delle leggi scritte da parte di Anacarsi che fu ospite e amico del legislatore Ateniese. Lo Scita dunque derideva l’opera di Solone che pensava di frenare l’iniquità dei cittadini con parole scritte le quali, diceva, non differiscono affatto dalle ragnatele (mhde;n tw`n ajracnivwn diafevrein, 5, 4), ma come quelle trattengono le prede deboli e piccole, mentre saranno spezzate dai potenti e dai ricchi (uJpo; de; dunatw`n kai; plousivwn diarraghvsesqai).
Bologna 15 ottobre 2022 ore 18
giovanni ghiselli
p. s
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[1] "La moltitudine e la minuta squisitezza delle leggi" traduce Leopardi.
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