Sentiamola: "disse una volta un tale[1] che il male/tra gli uomini prevale sul bene;/ebbene io ho un'opinione contaria a questa,/il bene per gli uomini prevale sul male pleivw ta; crhsta; tw`n kakw`n ei\nai brotoi`~-;/se non fosse così, non vivremmo nella luce./Approvo chi tra gli dèi diede un ordine/alla vita da confusa e bestiale ,/prima di tutto infondendoci l'intelligenza (ejnqei;" suvnesin[2]), poi/dandoci la lingua come messaggera delle parole - ei\ta d’ a[ggelon -glw`ssan lovgwn douv~"(vv. 196-204).
"Tale protesta contro il pessimismo scaturisce proprio dal cuore del poeta, perché non è minimamente richiesta dal contesto della tragedia. Le Supplici furono in verità scritte da Euripide in uno stato d'animo di particolare letizia, al tempo della pace di Nicia"[3].
Ebbene, la lingua è un ottimo a[ggelo~ lovgwn delle parole se queste sono chiare, schiette e contengono pensieri, se invece sono fallaci e confuse come quelle che sentiamo oggi dalle propagande, le chiacchiere sono ingannevoli strumenti di truffa.
Nelle Fenicie Euripide fa dire a Polinice: “ ajplou'ς oJ mu'qoς th'ς ajlhqeivaς e[fu (469), il discorso della verità è semplice.
Quello che è giusto non ha bisogno di interpretazioni ricamate (kouj poikivlwn dei' ta[ndic j eJrmhneumavtwn , 470) in quanto e[cei aujta; kairovn ha in sé la misura opportuna. Invece il discorso ingiusto a[dikoς lovgoς, essendo malato in sé, ha bisogno di rimedi sofistici (nosw'n ejn auJtw'/ farmavkwn dei'tai sofw'n, 472)
Polinice si presenta come vittima dell’ingiustizia e della slealtà del fratello Eteocle che non è stato ai patti e conclude dicendo che ha parlato non mettendo insieme giri di parole oujci; periploka;ς lovgwn ajqroivsaς (495)
Il Coro approva queste xunetav, parole intelligenti (498).
La semplicità viene elogiata anche il latino
Seneca traduce Euripide e lo commenta: “Ut ait ille tragicus: veritatis simplex oratio est ideoque illam inplicari non oportet ; nec enim quicquam minus convenit quam subdola ista calliditas- animis magna conantibus. (49, 12).Vale come dice quel famoso tragediografo, il discorso della verità è semplice e perciò non bisogna complicarlo; e infatti gli animi che tentano grandi cose niente è più disdicevole che questa ingannevole scaltrezza. Stammi bene
Semplice deve essere anche l’eleganza.
Pirra è simplex munditiis, semplice nell'eleganza (Orazio, Od iI, 5, 5[4]).
Bologna 18 ottobre 2022 ore 21, 15
giovanni ghiselli
p. s
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"A quanto sembra fu principalmente Prodico di Ceo a sostenere l'opinione che nel mondo e nella vita umana predomina il male", M. Pohlenz, L'uomo greco, p. 165.
[2] Abbiamo visto che nell'Oreste, scritta in un anno meno fausto (408) è proprio l'intelligenza che rende malato il protagonista (v. 396)
[3] M. Pohlenz, L'uomo greco, p. 166.
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