lunedì 26 giugno 2023

ELENA.


 

C’è un gioco di parole tra il verbo eliminare -eJlei`n- e il nome Elena.

 L’ho imparato dall’Agamennone di Eschilo (- eJlevna~, e{landro~- eJlevptoli~, vv. 690-691, quella che distrugge le navi, gli uomini, le città), e dalle Troiane di Euripide.

 In questo dramma Ecuba suggerisce a Menelao di ammazzare Elena  (  J Elevnh)  mhv s j e{lh/ povqw/, Troiane, v. 891), perché non ti seduca  con il desiderio.

Costei, continua Ecuba: “aiJrei` ga;r ajndrw`n o[mmat ,j ejxairei` povlei~- pivmprhsin oi[kou~ , si porta via gli occhi degli uomini,  devasta le città, incendia i palazzi (892-893). aiJrevw è l’indicativo  presente  di eJlei`n infinito dell’aoristo ei|lon.   

Anche io, come Callimaco “non canto nulla che non sia testimoniato” pur quando racconto fatti miei. Questi devono avere  interesse e assumere valore per tutti.

Se riguardano solo me, non li racconto. Lo stile deve essere quello dell’Universale.

Elena può essere Afrodite o Nemesi.

aiJrevw, ei|lon come il latino tollo significa “sollevo” e pure “tolgo di mezzo”.

Con me due Elene sono state benefiche, beneficentissime anzi, e mi hanno sollevato togliendo  di mezzo tante mie paure e angosce quando ero giovane (1967 e 1971) . Elena boema e Helena finnica.  Siano benedette entrambe. Per sempre.

Bologna 26 giugno 2023 ore 11 giovanni ghiselli

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