C’è un gioco di parole tra il verbo eliminare -eJlei`n- e il nome Elena.
L’ho imparato dall’Agamennone di Eschilo (- eJlevna~, e{landro~- eJlevptoli~, vv. 690-691, quella che distrugge le navi, gli uomini, le città), e dalle Troiane di Euripide.
In questo dramma Ecuba suggerisce a Menelao di ammazzare Elena ( J Elevnh) “mhv s j e{lh/ povqw/, Troiane, v. 891), perché non ti seduca con il desiderio.
Costei, continua Ecuba: “aiJrei` ga;r ajndrw`n o[mmat ,j ejxairei` povlei~- pivmprhsin oi[kou~ , si porta via gli occhi degli uomini, devasta le città, incendia i palazzi (892-893). aiJrevw è l’indicativo presente di eJlei`n infinito dell’aoristo ei|lon.
Anche io, come Callimaco “non canto nulla che non sia testimoniato” pur quando racconto fatti miei. Questi devono avere interesse e assumere valore per tutti.
Se riguardano solo me, non li racconto. Lo stile deve essere quello dell’Universale.
Elena può essere Afrodite o Nemesi.
aiJrevw, ei|lon come il latino tollo significa “sollevo” e pure “tolgo di mezzo”.
Con me due Elene sono state benefiche, beneficentissime anzi, e mi hanno sollevato togliendo di mezzo tante mie paure e angosce quando ero giovane (1967 e 1971) . Elena boema e Helena finnica. Siano benedette entrambe. Per sempre.
Bologna 26 giugno 2023 ore 11 giovanni ghiselli
Sempre1382579
Oggi739
Ieri1607
Questo mese22561
Il mese scorso11484
Nessun commento:
Posta un commento