lunedì 19 giugno 2023

R. Musil, L’uomo senza qualità. III. 15. Il Testamento, Conclusione pp. 774-777

Lo scioglimento dionisiaco dell’io

 
Ulrich aveva dato retta al pregiudizio moderno che non si debba prendere niente troppo sul serio  e aveva sgomberato il terreno salendo sul treno per Vienna. Aveva obbedito a questo empirismo europeo ed era partito nonostante gli scrupoli. Lui e Agathe avevano del resto deciso di vivere o per lo meno abitare insieme. Avevano incaricato un’agenzia di vendere i beni immobili. Ulrich si chiedeva che cosa sarebbe stato di Agathe quando lui fosse ritornato alla sua vita indolente e provvisoria che lui stesso disapprovava. Questi suoi pensieri erano un lusso della pura ratio autosufficiente come lo studio di lingua che non si parlano da millenni. L’incontro di due destini è prodotto da una serie di eventi sconnessi, ma Agathe ne aveva un concetto avventuroso. Però una vita in comune dipende da una serie di piccole cose. Ulrich continuava a rimuginare mentre Agathe con uno sgomento un po’ pazzerello lo aveva guardato in faccia e gli aveva domandato: “Non potrei per i primi tempi vivere semplicemente con te senza stabilire tutto fin d’ora?” 775. Sarebbe lusinghiero sentirselo proporre da una donna desiderata.
Così era stata confermata la risoluzione di far casa comune. E’ spesso la donna che decide il da farsi.
Ulrich però pensava che l’esperimento di quella vita in vacanza dovesse concludersi. Comunque non  vedeva di malocchio certe limitazioni.
Viveva talmente nell’a[peiron, nell’indefinito che definirsi non gli dispiaceva. Lo attirava l’idea di ritirarsi da tutto. Anche questa era una definizione: “Nella sua fantasia la sua piccola casa diventò una conchiglia ove si udiva il mormorio della città come un fiume lontano. Vivremo come eremiti - aveva detto Agathe con un gaio sorriso-ma nelle questioni d’amore s’intende che ciascuno rimane libero. Tu almeno non avrai inciampi! Ella assicurò” p. 776
 
E’ lo stare vicini senza stare tra i piedi:  ejmpodwvn cfr. Edipo re 128
 
Ulrich prospetta un’età dell’oro per loro due entrando nel regno Millenario. “ci spoglieremo di ogni egoismo, non faremo collezione né di beni né di cognizioni né di amanti né di princìpi né di noi stessi: così il nostro intelletto si scioglierà, si schiuderà verso gli uomini e le bestie e si aprirà in modo che noi non potremo più essere noi , e ci terremo in piedi intrecciati a tutto il mondo”.
E’ lo scioglimento dionisiaco dell’io, quello che Odisseo ha sempre voluto evitare.
Nel colpo di mano escogitato da sua sorella non tutto gli dispiaceva, sebbene il vinto fosse lui. Ulrich rilevava delle contraddizioni tra la regola degli spiriti liberi e l’indeterminato da dove la serietà prende le mosse se vuole determinare, ma decise di lasciar maturare l’evento p. 777


Bologna 19 giugno 2023 ore 18, 06 
giovanni ghiselli

p. s.
Statistiche del blog
All time1372766
Today1148
Yesterday1906
This month12748
Last month11484

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLXXVIII Non è possibile entrare due volte nello stesso fiume.

  Il 20 agosto ci portarono a Visegrád, sul gomito del Danubio, dove il 20 agosto di cinque anni prima avevo passato uno dei pomeriggi...