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Nel pomeriggio
Ulrich andò a trovare la cugina “occupata a liberare l’anima
dall’incivilimento”. Corrisponde forse allo sviluppo senza progresso di Pasolini.
Gli andò incontro il marito, il capodivisione Tuzzi.
“Mia moglie
oggi non si sente bene” disse l’addestrato marito con la distratta tenerezza
ridotta a una formula. Seguirà un colloquio privo di ogni spontaneità. Ognuno
dei due rimane sul generico.Il convitato di pietra è Arnheim che stava antipatico a entrambi ma non alla signora Tuzzi.
Ulrich ne chiese notizia e Tuzzi rispose che il nababbo era stato in Inghilterra e si trovava a San Pietroburgo. Ulrich si sentì investito da un afflusso.
Tuzzi disse che Arnheim viaggiando poteva raccogliere elementi utili.
Un’osservazione del tutto superflua e inutile.
Ulrich vuole saperne di più e, divertito, domanda a Tuzzi se continui a credere che lo Zar avesse affidato una missione pacifista ad Arnheim
Il funzionario responsabile per la politica austro-ungarica affermò modestamente: “Lo credo più che mai”.
Ulrich si chiese se lo credesse davvero o se lo prendesse in giro.
Penso a ministri degli esteri tipo i nostri ultimi due che hanno detto parole risibili con aria seria.
Poi però Tuzzi fu preso dall’angoscia pensando al suo rapporto con la moglie che lo inquietava e domandò: “lei che è un dottore in legge, può spiegarmi che cosa vuol dire “un uomo che ha anima?”
Ulrich vide della sofferenza dell’alto funzionario e rispose: “sua moglie ha anima” in tono serio e naturale, come se avesse detto “ha i capelli neri”-778
“Mia moglie è uno spirito eletto” continuò Tuzzi, passa per una donna d’ingegno. Qualche volta le rimprovero di essere un’intellettuale. Allora va in collera. Ma questa non è anima”.
Per la diffidenza dell’uomo nei confronti della donna intellettuale, ricordo la tirata antifemminista di Ippolito nella tragedia di Euripide: “La saccente la odio (sofh;n de; misw' , v. 640): non stia nella mia casa /quella che pensa più di quanto debba pensare una donna./Infatti Cipride genera maggior malizia/nelle saccenti (ejn tai'" sofai'sin, 643); mentre la donna semplice/ è privata della pazzia amorosa dalla sua corta mente./Inoltre bisognerebbe che nessuna serva si recasse da una donna/ma che si mettessero ad abitare con loro muti morsi/di fiere, affinché non potessero rivolgere la parola ad alcuno/né ricevere parole di rimando da chicchessia./Ma ora le scellerate dentro le case macchinano/scellerati disegni, e le serve li portano fuori[1]" (Ippolito , 640-650).
Torniamo a Tuzzi: “Con lui non si capiva mai se il pungiglione fosse rivolto contro se stesso o contro l’interlocutore
Sicché Ulrich diede una risposta generica: “Al posto suo mi rimetterei alla prova sperimentale!”. Ma Tuzzi è angosciato per il suo rapporto con la moglie che lo sovrasta. La donna bella e reputata intelligente ha molti corteggiatori e il marito deve stare sempre in guardia. E’ una situazione angosciante.
Tuzzi sospetta e soffre un’intesa tra sua moglie e Arnheim. Quindi cita frasi della donna contro l’esattezza che starebbe al di sotto della saggezza e dell’amore p. 779.
E’ il dilemma to; sofovn - sofiva delle Baccanti di Euripide (v. 395) o quello di Nietzsche filologia-filosofia. Io credo che la coppia non sia dilemmatica ma che i due termini vadano sincretizzati. Certo è che il sapere tante nozioni deve diventare sapienza di vita. La cultura vera sa di vita.
Tuzzi invece attribuisce la graduatoria della moglie al fatto che è una donna sulla difensiva nei confronti della logica maschile. Anche questo romanzo come le tragedie di Sofocle tende a smontare il logos inteso come logica: la vita è logos ma non è logica, anzi gli eventi della vita, vari e variopinti come sono, smentiscono spesso la logica.
Bologna 22 giugno 2023 ore 11
giovanni ghiselli
p. s.
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