“Non insegnava nulla Charles, non sapeva nulla Charles, non immaginava nulla Charles: credeva che lei fosse felice, ma lei gliene voleva per tutta quella tranquillità imperturbabile, per tutta quella pacifica pesantezza, per tutta quella stessa sazietà (…) si persuade facilmente che nella passione di Charles per lei non vi era nulla di eccessivo. Le espansioni del marito erano diventate regolari, la baciava a ore fisse. Un’abitudine come un’altra, quasi un doce, previsto per tempo, dopo la monotonia del pranzo!”[1]
“Lo vide avvicinarsi alla tribuna, ora rispondendo con indulgenza agli inchini adulatòri, ora salutando amichevolmente, distrattamente gli eguali, ora aspettando con desiderio lo sguardo dei potenti del mondo e togliendo il suo gran cappello che gli schiacciava le estremità delle orecchie. Lei conosceva tutti questi modi e le erano tutti odiosi. “unicamente ambizione, unicamente desiderio di riuscire: ecco tutto quello che c’è nella sua anima” pensava “mentre i ragionamenti elevati, l’amore per la cultura, la religione, tutto questo non è che uno strumento per riuscire”[2]. Anna Karenina pensa queste parole mentre osserva il marito alle corse dei cavalli.
Questa mancanza di passione viene denunciata e sofferta anche da Michele Ardengo nl romanzo di Moravia Gli indifferenti come abbiamo visto e da T. S. Eliot in Gerontion: “I have lost my passion: why should I need to keep it-since what is kept must be adultererated?” (vv. 63-64), ho perduto la mia passione: perché dovrei conservarla, se ciò che si conserva deve adulterarsi?
In conclusione: l’amante è considerato positivamente fino a quando può mostrare la sua passione che può essere simulata, forse con le parole, ma non nei fatti.
Bologna 30 giugno 2023 ore 10 giovanni ghiselli
p. s.
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Sono in partenza per Brescia. Tornerò a scrivere il 2 luglio.
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