Urlich pensò che la sorella scherzasse ma Agathe spiegò che il
marito non doveva avere niente della moglie. Agathe insomma non vuole ereditare
niente pur di danneggiare Hagauer.
Sono i matrimoni concordati nella “buona” borghesia come quelli di Tony Buddenbrook la vestale della famiglia borghese di T. Mann.
Il fratello Thomas le sceglieva i mariti facendo calcolli sbagliati.
Ulrich era sbalordito e provò a dire: “Perfino Nietzsche prescrive agli “spiriti liberi” di rispettare certe regole esteriori per amore della libertà interiore!” Sentiva però che era vile celarsi dietro le parole di un altro.
Agathe risponde: “Secondo quel principio purtroppo mi sono sposata!” (p. 770).
Questo blog fa parte del corso che terrò nella Primo Levi nei primi mesi del 2024: come si vede tra i due corsi si possono trovare dei nessi.
I personaggi di Musil si incontrano tra loro, però “ l’altro che essi incontrano non è l’èteron, l’alterità con la quale si dialoga e alla quale ci si ricongiunge in una sintesi superiore, ma è l’enantìon, l’assoluta eterogeneità e diversità , con la quale non c’è rapporto, mediazione o integrazione”[1]
Succede quando i rapporti umani sono malfidi come l’avvenire. Accade anche oggi.
Nel caso di questi due fratelli direi piuttosto che ognuno incontra nell’altro un secondo se stesso.
Agathe guardava il fratello spavalda e con aria di sfida.
Lo attaccava ma nello stesso tempo si appoggiava a lui
Ulrich fa presente che certe azioni non sono possibili per gente come loro: per esempio rubare. Non avevano avuto una madre isterica né un padre beone, dunque certe azioni per loro erano impossibili con sicurezza scientifica
Agathe replica: “se tuttavia una cosa assurda succede?’
Le contraddizioni crescono continuamente senza progresso con una tendenza continua all’ineffettuale.
Ulrich pregò la sorella: “Non devi farlo!”
Agathe ribattè: “Non pensi mai in sogno, o non sogni mai qualcosa che non accade?”
Poco dopo Ulrich osservava la bella visione della sorella che era andata nello studio del padre a leggere una carta per manipolarla e pensò che mentre compiva il suo reato non aveva nessun segno di bruttura. Nella risolutezza spietata di Agathe si mescolavano purezza e delinquenza, e Ulrich ne era sconcertato. La ragazza faceva una cosa cattiva senza essere cattiva. Di fatto Ulrich aveva assecondato Agathe facendo partire Hagauer.
Quindi il fratello sentì di amare la sorella ritenendo che i pensieri di lei glieli aveva comunicati lui dicendo per esempio che nella condizione più sublime dell’uomo non c’è il bene e il male ma soltanto la fede e il dubbio. Ora quei pensieri tornavano a lui “più poveri di ponderatezza ma balsamicamente odorosi di libertà come una creatura selvaggia” p. 772.
Vengono in mente le parole di Trigeo: la festa odora del seno di donne che corrono verso il campo-kovlpou gunaikw`n diatrecousw`n eij~ ajgrovn- Aristofane, Pace 536)
Ulrich vide che Agathe cercava di imitare la scrittura del babbo. Si era messo alle spalle di lei e notava come imitava i segni del padre. “Era uno spettacolo bizzarro. Intorno a lei aleggiava una giustizia cinta di fiamme invece che sorretta da argomentazioni logiche. La correttezza e le altre virtù risapute da Hagauer le apparivano quali macchie tolte da un vestito, mentre l’ingiustizia che commetteva era come il mondo che annega nella luce di un tramonto. Ella gratificava Ulrich con il mettere in pratica le parole di lui ed era certa che lui capiva. Il fratello ne capiva gran parte e gli dava un piacere mai gustato “perché c’era un’assurdità fiabesca in quel cedere interamente e senza cautela a ciò che faceva un’altra persona”. 773
Agathe quando ebbe finito si voltò e vide il fratello alle sue spalle. Gli tese la mano, lui non la prese ma non riuscì neppure ad aggrottare il viso in rughe severe. Tutte deve rimanere sospeso, ambiguo.
“L’uomo senza qualità è fatto di qualità senza l’uomo”[2]
Eppure per Agathe il fratello è l’uomo, più del padre e più del marito.
La sorella disse al fratello: “ Senti! Quando una cosa è una contraddizione e tu l’ami in tutti e due i suoi aspetti, l’ami per davvero!”
Il fratello brontolò qualcosa e Agathe prese un foglio pulito e sopra vi scrisse baldanzosa con scrittura antiquata: “La mia cattiva figlia Agathe non mi dà alcun motivo di mutare queste mie disposizioni già prese una volta a favore del mio buon figlio Ulrich!” Poi in un secondo foglio aggiunse: “Mia figlia Agathe dovrà essere educata ancoa per un po’ dal mio buon figlio Ulrich” (p. 774)
Bologna 19 giugno 2023 ore 16, 33
Sono i matrimoni concordati nella “buona” borghesia come quelli di Tony Buddenbrook la vestale della famiglia borghese di T. Mann.
Il fratello Thomas le sceglieva i mariti facendo calcolli sbagliati.
Ulrich era sbalordito e provò a dire: “Perfino Nietzsche prescrive agli “spiriti liberi” di rispettare certe regole esteriori per amore della libertà interiore!” Sentiva però che era vile celarsi dietro le parole di un altro.
Agathe risponde: “Secondo quel principio purtroppo mi sono sposata!” (p. 770).
Questo blog fa parte del corso che terrò nella Primo Levi nei primi mesi del 2024: come si vede tra i due corsi si possono trovare dei nessi.
I personaggi di Musil si incontrano tra loro, però “ l’altro che essi incontrano non è l’èteron, l’alterità con la quale si dialoga e alla quale ci si ricongiunge in una sintesi superiore, ma è l’enantìon, l’assoluta eterogeneità e diversità , con la quale non c’è rapporto, mediazione o integrazione”[1]
Succede quando i rapporti umani sono malfidi come l’avvenire. Accade anche oggi.
Nel caso di questi due fratelli direi piuttosto che ognuno incontra nell’altro un secondo se stesso.
Agathe guardava il fratello spavalda e con aria di sfida.
Lo attaccava ma nello stesso tempo si appoggiava a lui
Ulrich fa presente che certe azioni non sono possibili per gente come loro: per esempio rubare. Non avevano avuto una madre isterica né un padre beone, dunque certe azioni per loro erano impossibili con sicurezza scientifica
Agathe replica: “se tuttavia una cosa assurda succede?’
Le contraddizioni crescono continuamente senza progresso con una tendenza continua all’ineffettuale.
Ulrich pregò la sorella: “Non devi farlo!”
Agathe ribattè: “Non pensi mai in sogno, o non sogni mai qualcosa che non accade?”
Poco dopo Ulrich osservava la bella visione della sorella che era andata nello studio del padre a leggere una carta per manipolarla e pensò che mentre compiva il suo reato non aveva nessun segno di bruttura. Nella risolutezza spietata di Agathe si mescolavano purezza e delinquenza, e Ulrich ne era sconcertato. La ragazza faceva una cosa cattiva senza essere cattiva. Di fatto Ulrich aveva assecondato Agathe facendo partire Hagauer.
Quindi il fratello sentì di amare la sorella ritenendo che i pensieri di lei glieli aveva comunicati lui dicendo per esempio che nella condizione più sublime dell’uomo non c’è il bene e il male ma soltanto la fede e il dubbio. Ora quei pensieri tornavano a lui “più poveri di ponderatezza ma balsamicamente odorosi di libertà come una creatura selvaggia” p. 772.
Vengono in mente le parole di Trigeo: la festa odora del seno di donne che corrono verso il campo-kovlpou gunaikw`n diatrecousw`n eij~ ajgrovn- Aristofane, Pace 536)
Ulrich vide che Agathe cercava di imitare la scrittura del babbo. Si era messo alle spalle di lei e notava come imitava i segni del padre. “Era uno spettacolo bizzarro. Intorno a lei aleggiava una giustizia cinta di fiamme invece che sorretta da argomentazioni logiche. La correttezza e le altre virtù risapute da Hagauer le apparivano quali macchie tolte da un vestito, mentre l’ingiustizia che commetteva era come il mondo che annega nella luce di un tramonto. Ella gratificava Ulrich con il mettere in pratica le parole di lui ed era certa che lui capiva. Il fratello ne capiva gran parte e gli dava un piacere mai gustato “perché c’era un’assurdità fiabesca in quel cedere interamente e senza cautela a ciò che faceva un’altra persona”. 773
Agathe quando ebbe finito si voltò e vide il fratello alle sue spalle. Gli tese la mano, lui non la prese ma non riuscì neppure ad aggrottare il viso in rughe severe. Tutte deve rimanere sospeso, ambiguo.
“L’uomo senza qualità è fatto di qualità senza l’uomo”[2]
Eppure per Agathe il fratello è l’uomo, più del padre e più del marito.
La sorella disse al fratello: “ Senti! Quando una cosa è una contraddizione e tu l’ami in tutti e due i suoi aspetti, l’ami per davvero!”
Il fratello brontolò qualcosa e Agathe prese un foglio pulito e sopra vi scrisse baldanzosa con scrittura antiquata: “La mia cattiva figlia Agathe non mi dà alcun motivo di mutare queste mie disposizioni già prese una volta a favore del mio buon figlio Ulrich!” Poi in un secondo foglio aggiunse: “Mia figlia Agathe dovrà essere educata ancoa per un po’ dal mio buon figlio Ulrich” (p. 774)
Bologna 19 giugno 2023 ore 16, 33
giovanni ghiselli
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