Da studenti borsisti, nell’Università estiva di Debrecen, cantavamo il quattro lingue una strofetta sulla morte di un gallo. Mi sembra appropriato l’accostamento di due creature amantissime dell’altro sesso.
Silvio è morto, Silvio è morto,
Silvio è morto, Silvio è morto,
con canterà più coccodì coccodà,
non canterà più coccodì coccodà
ajlektruw;n ajpevqane, ajlektruw;n ajpevqane,
ajlektruw;n ajpevqane, ajlektruw;n ajpevqane,
oujc a[/setai e[ti kokkodi; kokkodav,
oujc a[/setai e[ti kokkodi; kokkodav
gallus est mortuus, gallus est mortuus,
gallus est mortuus, gallus est mortuus,
non cantabit iam coccodì coccodà,
non cantabit iam coccodì coccodà.
the cock is dead, the cock is dead
the cock is dead, the cock is dead
he will never sing coccodì coccodà,
he will never sing coccodì coccodà.
Credo che un addio del genere possa non dispiacere al gallo Silvio.
E’ un saluto allegro ma d’altra parte sono dispiaciuto della sua dipartita perché ne ho sentito raccontare fatti e misfatti per decenni con il volgersi delle stagioni, e anche perché la sua morte mi fa pensare alla mia, se l’antiveder qui non è vano.
Concludo questo breve saluto da ilarotragedia rimanendo incontaminato dall’apoteosi servile dei più e dall’oltraggio codardo di alcuni altri.
Passo dal gallo all’uomo che non è stato tw`n pollw`n ti~ w[n, uno dei tanti che non lasciano segni buoni né cattivi. Berlusconi ne ha lasciati tanti di vario verso.
Dunque mentre passi dove ti auguro di stare bene,
Vale ti dico, Silvio, e ti sia lieve il suol!
Bologna 15 giugno 2023 ore 11, 18 giovanni ghiselli
p. s.
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