sabato 3 giugno 2023

Ulrich, Walter, Clarisse, il pofeta e il maniaco.

Musil, L’uomo senza qualità, Parte terza 14. pp- 756-767 – prima parte (756-764)

 

Novità in casa di Walter e Clarisse.

Un espositore e il suo pubblico.

 

Verso sera l’irrequietudine  spinse Ulrich a visitare Walter e Clarisse. Vide la donna che stava nel giardino davanti al muro, in pieno sole. Il suo atteggiamento aveva qualcosa di irrigidito, di oblioso di sé, ma insieme leggermente teatrale: a Ulrich che la conosceva bene sembrava che recitasse le scene significative che occupavano la sua anima.

Questo, credo, succede spesso a chi ha dei pensieri.

Ulrich ricordò quando l’amica gli aveva detto: voglio un bimbo da te!. Queste parole non gli parevano più così sgradevoli

In casa i due avevano un ospite Meingast considerato da loro un profeta, un santone. Costui aveva spiegato a Clarisse  e Walter che Knecht- servo, schiavo, corrisponde all’inglese knight , a youth, servant, man at arms, ragazzo, campione, uomo d’armi e Clarisse diceva tra sé : “Io sono il suo Knecht!”

Quando Clarisse vide Ulrich, egli scoprì qualcosa di mutato in lei: gli occhi lo guardavano pieni di freddezza. Non vi si vedeva più il proposito di estrarlo a forza da un blocco di marmo per fuggire con lui attraverso lo spiraglio della musica, né il pensiero di ucciderlo perché non la amava.

 

 Cfr. La storia di Helena

L’eroica luce del sole, non più velato e sfocato, faceva brillare  il colore bianchissimo di quel corpo, ne potenziava lo splendore e l’incanto.

Avevo ancora la possibilità di estrarre da quel blocco di marmo un’immagine artistica  dell’amore, un Eros celeste che avrebbe incielato anche me.

 

 Meingast dunque era loro ospite. Gli avevano dato una stanza simile a una cella monacale dove lui stava seduto e scriveva. Il profeta era lusingato da quella essenzialità. Si sentiva padrone della sua volontà che formava le parole sulla carta. La penna allora spingeva davanti a sé le idee e i grandi occhi scuri sopra il naso adunco e vibrante gettavano fiamme. Il libro conteneva un ordine di mobilitazione generale per gli uomini nuovi.

Walter e Clarisse portarono a spasso Ulrich nel giardino tessendo lodi dell’ospite. Clarisse disse che mentre tutto diventava opaco e sfocato lo spirito di Meingast era come il vetro

Ulrich replicò: “Ci sono capri espiatori e capri  premiati alle mostre; e ci sono anche le caprette che hanno bisogno di loro” (p. 758)

Walter e Clarisse replicano alla battuta di Urlich su capri e caprette.

Clarisse celebra l’apoteosi  di Meingast: “Quando lo si ascolta, ci si sente scossi da brividi luminosi”.

 

Una battuta che potrebbe funzionare in un corteggiamento.

 

 Walter considerava l’ammirazione di Clarisse per l’ospite “un bisogno esacerbato di abbandonarsi a credere in lui e ciò con deliberato proposito” 759.

 

Talora si fa questo per potenziare o modificare la nostra identità. Penso  all’impegno che ho messo nel corteggiamento e nella idealizzazione di alcune donne: volli crederle colte, intelligenti, educate più di quanto lo fossero davvero, poiché pensavo che per avere successo con donne siffatte , dovevo diventare anche io colto, intelligente educato. L’immagine ideale che avevo situato in loro doveva costituire il mio modello: la persona bella, fine, studiosa, sicura di quello che vuole. Mi ci sono avvicinato spinto dalla volontà di piacere a tali femmine umane. Dico  di tre di loro in particolare.

 

Ulrich pensava che il sentimento di Walter e Claisse per Mengast fosse suonato senza piena convinzione come avviene in certe celebrazioni retoriche ufficiali che stuzzicano nella folla il bisogno di applaudire. Ulrich smontava quell’antusiasmo con osservazioni mordaci sul conto diMeingast.

Giocava comunque e sempre al ribasso.

 

Cominciava ad annottare e rientrarono in casa

Walter provava ripugnanza per Ulrich e voleva dirgli che uomini come Meingast sono dei salvatori e  chesalvo significa integro : “coloro che ti salvano fanno di te un uomo integro!”  760

Integro, integer, significa “non sminuito, non ridotto” e noi quando temiamo la disintegrazione della nostra identità, che equivale alla morte, adottiamo il rimedio di attribuire a una persona che si presta quella pienezza di identità che stiamo smarrendo e cerchiamo di ritrovarla identificandoci con quella persona.

 

Ulrich chiese distrattamente che cosa mai avesse fatto o scritto Meingast negli ultimi anni 760. Per alcuni questa è la prova del nove.

Walter non rispose e Ulrich cominciò a salire le scale. Ma Clarisse lo trattenne dicendo “Non si chiama Meingast”. Si è trasformato e qui da noi tornerà a trasformarsi. Entrarono nella sala buia del trasformista. Ulrich voleva vedere quel messaggero calato nella vita familiare dei suoi amici dai monti di Zarathustra. Era il mese di marzo.

“Ma della meteorologia non ci si può sempre fidare, a  volte ci dà una serata di giugno in anticipo o in ritardo”  disse Clarisse.

La notte pareva estiva.

Ora basta un breve periodo caldo magari smentito da tre periodi freddi per far gridare al riscaldamento globale. Sempre per rilanciare i consumi.

 Mentre erano accanto a una finestra si posarono intorno al gomito di Clarisse le lunga dita di Meingast come gli artigli nervosi di un’aquila distratta che spiegazza un fazzoletto di carta. Clarisse osservava lo strano contegno di un uomo sotto le finestre. Tutti e quattro si misero a osservarlo. L’uomo strano si nascose nell’ombra, com’era sua abitudine. E’ l’abitudine di tanti farabutti che vogliono nascondersi perché le loro opere sono malvagie.

 Rincasavano dei gitanti con rumorosa allegria. L’uomo si nascose sotto le foglie degli alberi . Clarisse notò la faccia nera che sembrava un disco livido

Ulrich aveva capito che quel tipo era uno di quelli che con l’anormalità della loro vita sessuale incuriosiscono la gente normale.

 

Non credo che la “gente normale” abbia un solo tipo di vita sessuale normale. Invero alcune anomalie sono accettate o lo diventano, come da qualche anno l’omosessualità, altre come l’incesto invece rimangono tabù.

Altre che non erano tabù, come l’amore pederastico rivolto agli adolescenti, lo sono diventate.

 

Ulrich pensava che la tensione gonfia un poco alla volta la testa di un uomo come il gas entra in un pallone. Fino a un certo punto il pallone rimane attaccato alle corde, ma poi una qualche causa scioglie quelle funi e la testa senza legame con il mondo degli uomini si trova a fluttuare nel vuoto dell’innaturale 763

Penso alla tensione cerebrale di artisti come Van Gogh e Dostoevskji o  a quella di Nietzsche per indicare nomi di altissimo livello.

Ma ci sono anche tensioni  di altro tipo, tali che conducono al crimine.

Intanto il mentecatto stava al riparo dei cespugli in agguato come una belva. A un tratto gli passò vicino una donna che a Ulrich parve informe e di mezza età.  Il corpo pareva un sacco pieno di ghiaia  e il viso aveva un’espressione prepotente e litigiosa. Quel sacco di ghiaia e i movimenti goffi delle sue gambe palpitavano nella carne del maniaco in agguato che si apprestava ad aggredirla.

Griderà la donna? Pensò Ulrich. Ma si sentirono le voci di diue uomini e il pazzo vigliacco si ritrasse in una zona buia. Pagina764  Continua

 

Bologna 3 giugno 2023 ore 17, 41 giovanni ghiselli

p. s.

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