Un poeta attuale, ossia al passo coi tempi, è Ovidio.
Sentiamo il vate Peligno
Nell'Ars Amatoria[1] Ovidio afferma che è proprio l'eleganza a fargli preferire l'età moderna all'antica, presunta aurea:"prisca iuvent alios, ego me nunc denique natum/gratulor: haec aetas moribus apta meis" (III, 121-122), i tempi antichi piacciano ad altri, io mi rallegro di essere nato ora, dopo tutto: questa è l'età adatta ai miei gusti, non perché, continua il Sulmonese, terre mari e monti sono stati domati dall'uomo,"sed quia cultus adest nec nostros mansit in annos/rusticitas priscis illa superstes avis " Ars, III, 127-128), ma perché c'è eleganza e non è rimasta fino ai nostri anni quella rozzezza sopravvissuta agli avi antichi.
Un cultus che include l’eleganza del corpo e dello spirito.
I mores di Ovidio d'altra parte, al di là della propaganda del regime augusteo sono maggioritari. "Benché venisse da Sulmona, infatti, nessun altro poeta della generazione augustea ha rappresentato meglio di lui lo spirito della città. Da tempo a Roma la società ricca aveva sviluppato il gusto per la cultura elegante, per l'ironia, per la raffinata trasgressione- in una parola, per quel complesso di atteggiamenti che in latino venivano indicati proprio con il nome di urbanitas, parola che designa il "carattere cittadino" e la "raffinatezza ironica" nello stesso tempo"[2].
Ebbene, non sempre essere al passo coi tempi, essere attuale paga. Dal regime augusteo venivano trattati bene gli inattuali che rimpiangevano gli antiqui mores, come Tito Livio, per esempio e Orazio che nel Carmen saeculare vede l’audace ritorno degli antichi costumi buoni: Iam Fides et Pax et Honor Pudorque/priscus et neglecta redire Virtus/audet, apparetque beata pleno/Copia cornu"[3], già la Fede e la Pace e l'Onore e il Pudore antico e la Virtù messa da parte osa tornare, e appare felice l'Abbondanza con il corno pieno.
L’attuale Ovidio che approvava i nuovi costumi in corso invece fu mandato in esilio dove morì di crepacuore.
Bologna 29 giugno 2023 ore 19, 46, giovanni ghiselli.
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[1] L'Ars amatoria (in distici elegiaci) costituisce una precettistica erotica in tre libri: nei primi due il poeta fa il maestro d'amore agli uomini, nel terzo alle donne. Questa raccolta a sfondo didascalico fu completata nell'1 o nel 2 d. C, come i Remedia amoris e i Medicamina faciei femineae. Ovidio, nato a Sulmona, e morto in esilio a Tomi sul Mar Nero, visse tra il 43 a. C. e il 17/18 d. C.
[2] M. Bettini (introduzione a) Poesia classica Latina, p. 11.
[3] Vv. 57-60. E' una strofe saffica formata da tre endecasillabi saffici e da un adonio.
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