venerdì 2 giugno 2023

La moda attuale è quella dell’antiumanesimo.


 

La migliore, l’unica vera civiltà, la nostra, per estendere la quale sono stati già bombardati altri paesi incivili e ora corriamo il rischio di affrontare una guerra atomica, qui in Italia presenta l’uccisione di una donna alla settimana da parte di vari mentecatti criminali, poi la scuola buona  impagabile dai poveri che sono milioni, quindi altre scuole che vengono disertate o non sono estranee alla morti degli allievi per la cosiddetta scuola- lavoro, o per altre cause.

Per giunta la maggioranza degli aventi diritto al voto non va a votare e dilaga l’analfabetismo di ritorno. Inoltre la raccomandazione prevale sul merito.

Infine molti lavoratori non ricevono stipendi che consentano loro una vita dignitosa. Questi dati di fatti reali smentiscono la favola menzognera della nostra civiltà perfetta, unica, che va difesa con ogni mezzo da tutte le altre, vere e prprie barbarie.

 

Quando un assassino  pazzo ammazza una donna si leva la voce contro questa “moda” vigente tra i maschi. Intanto va detto che non tutti i maschi sono assassini. Vero è però che tra i crimini il femminicidio è di moda, come era una volta, non molto tempo fa, quelli del  terrorismo mafioso o di Stato.

Va però chiarito che ogni moda ha una causa ed  è da associare ad altre mode: ora sono vigenti quelle dell’ineducazione, della prepotenza, dello spreco di tutto. La stessa guerra è una metafora del consumo continuo, obbligatorio, dannoso. Queste mode vanno comprese in una categoria più  vasta: quella dell’antiumanesimo. Io mi pregio di rimanere fuori da tale madre di tutte le mode attuali e, quindi, di rimanere collegato ai classici: connesso dunque ai valori di onestà, verità, lealtà, cultura, bellezza e bontà che ho imparato dai miei autori- educatori greci, latini, ebrei ed europei. Tutti evangelisti. Viceversa sento il dovere di confutare e sbugiardare i disangelisti che obbediscono alla moda attuale e vogliono imporla a chi non ha difese culturali e mentali.

Chi ha letto o sentito leggere anche poche righe del Nuovo testamento e si dichiara cristiano non può celebrare come ottima, massima e perfetta questa cosiddetta civiltà. Neppure un classicista quale ritengo di essere in senso lato.

Quanti magnificano una civiltà sconciata e disonorata da obbrobri quotidiani non deve dirsi cristiano né classicista.

T. S. Eliot   mi ha insegnato che il senso storico e quello letterario  impongono una visione d’insieme: "with a feeling that the whole of the literature of Europe from Homer and within it the whole of the literature of is own country has a simultaneous existence and composes a simultaneous order"[1],  con la sensazione che tutta la letteratura europea da Omero, e, all'interno di essa, tutta la letteratura del proprio paese, ha un'esistenza simultanea e compone un ordine simultaneo.

 

Bologna 2 giugno 2023 ore 17, 55 giovanni ghiselli

 

p. s.

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[1] Tradition and the Individual Talent (del 1919),

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