Nel dicembre del 1969 un abominoso ordigno collocato nella banca dell’Agricoltura di Milano da una mano criminale esplose e fece una strage. Dopo poche ore alcuni “sapienti”, prima di ogni indagine seria , avevano già individuato il colpevole: un ballerino anarchico malmesso e dall’aria trasognata. L’impagabile Bruno Vespa ne diede il sicuro annuncio in televisione con la faccia di bronzo che tuttora conserva.
Era giovane allora. Anche io: avevo 25 anni appena compiuti, eppure compresi che un colpevole trovato prima delle indagini è probabilmente il capro espiatorio che deve nascondere i criminali veri.
Due giorni fa è stata minata e fatta saltare una diga in Ucraina. E’ in corso un’inondazione di centinaia di chilometri quadrati. Il potere ucraino e quello russo si accusano a vicenda del misfatto. Credo che debba essere avviata un’indagine da una terza forza imparziale. Eppure anche questa volta alcuni “sapienti” sanno già chi è stato. Nel quotidiano “la Repubblica” di ieri, tal Daniele Ranieri deduce dalle profondità del proprio sapere che sono stati i Russi. Io non so proprio chi abbia fatto saltare la diga. La regola del cui prodest secondo Ranieri addita i Russi quali colpevoli. Ma le sue parole di accusa sicura sono generiche.
Probabilmente la vista mentale di costui è acuita dall’appetito come quella di Artotrogo il roditore di pane parassita diel miles gloriosus Pirgopolinice.
Io non sono più il ragazzo dal cuore in mano del 1969, quel giovane insegnante che disse ai suoi allievi “Valpreda è innocente”. Non ne avevo le prove, però mi lanciai emotivamente a scagionare quel pover’uomo che mi sembrava un disgraziato mezzo vecchio, del tutto sprotetto e usato come vittima sacrificale per evitare le indagini. Poi i fatti mi hanno dato ragione, ma allora corsi qualche rischio con il preside. Me la cavai perché avevo ricevuto la nomina a tempo indeterminato dal Provveditore agli Studi che non poteva essere scavalcato dal preside della lontana scuola media del mio esordio remoto. Oggi sarebbe più facile licenziare chi contraddice l’informazione drogata. Oggi del resto non è più un ragazzo emotivo e donchisciottesco che parla e scrive.
Eppure i pregiudizi che precedono le indagini mi danno fastidio e mi disturba la corrività di chi emette condanne non basate su fatti accertati ma sul sapore squisito del pasticcio che Artotrogo si è trovato sul piatto e lo ha fatto impazzire mentre lo mangiava per quanto era buono : “epityrum estur insane bene (Miles gloriosus, 24).
Le polpette poi lo stimolano a ricordare le cose che non ha mai visto: “ offae monent” (49)
Bologna 8 giugno 2023 ore 10, 18 giovanni ghiselli
p. s.
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