Il turismo può avere valenze varie. Positivo è quello che ci fa conoscere luoghi, città e persone diverse da noi, anche strane, e ci fa imparare cose, parole, idee nuove, ci sprovincializza senza impedirci di tornare alle nostre radici.
Pensiamo all’antico viaggiatore che “di molti uomini vide città e conobbe la mente" (Odissea, I, 3).
Odisseo ha affrontato perfino il ciclope Polifemo pur di imparare.
Però ha evitato i Lotofagi drogati.
I tre compagni mandati a informarsi su quella gente furono invitati a mangiare il dolcissimo frutto del loto- lwtoi`o melihdeva karpovn (Odissea, IX, 94). Dopo tale pasto gli esploratori inviati non volevano tornare indietro bensì rimanere con i mangiatori di loto- met j ajndravsi lwtofavgoisi ( 96) e scordare il ritorno novstou te laqevsqai (97). Ma vennero trascinati via per forza da Odisseo e riportati nella concave navi, piangenti (klaivonta~ ajnavgkh/). Se fossero restati là, i Greci avrebbe dimenticato il ritorno, cioè avrebbe scordato la loro l’identità.
Per l’aedo e per il rapsodo dell’epos dimenticare –laqevsqai- è scordare l’Odissea mentre viene composta o cantata a memoria. Scordare è il verbo più terrificante e proibito in fondo anche per noi che facciamo lezioni e teniamo conferenze leggendo il meno possibile. E al primo segno di un calo della memoria ci terrorizziamo.
Il turismo insignificante è quello che non accresce la ajnqrwpivnh sofiva, che non vede città e non conosce la mente di molti uomini e di tante donne. E’ il turismo drogato insidioso e dannoso.
Pesaro 21 giugno 2023 ore 11, 58 giovanni ghiselli.
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