Ben vengano le manifestazioni numerose-nazional popolari le chiamerebbe Gramsci- contro la violenza di genere.
Vorrei però rammentare che non c’è solo l’orribile violenza dei maschi dementi, ignoranti e criminali contro le ragazze e le donne di ogni età.
E non c’è soltanto la violenza sessuale anche se fa notizia più delle altre.
In queste manifestazioni si dovrebbero per giunta ricordare le bambine, le ragazze, le madri, le zie, le nonne uccise dalle bombe in Palestina, Israele, Libano, Ucraina e Russia, e pure i loro uomini, padri fratelli etc. annientati dalle armi, ordigni sempre più micidiali rispetto all’archibugio già menzionato con giusto abominio da Ludovico Ariosto.
Si dice che non si devono equiparere le vittime di terrorismi di provenienza diversa. La differenza sta nel numero dei morti ammazzati ma l’abominio deve riguardare ogni terrorismo, ogni guerra a partire da quelle che fanno morire migliaia di bambine e bambini.
Questa violenza non è mai abbastanza esecrata.
Quasi del tutto ignorata è la violenza perpetrata sulle strade da automobili lanciate a velocità agonistica su strade anche cittadine. Pure questa provoca tante vittime: donne e uomini. Tuttavia rimane quasi sempre impunita e mai deplorata abbastanza per cui gli imbecilli che gareggiano mettendo a repentaglio la vita propria e dei malcapitati giunti a tiro non vengono quasi e trattenuti da tale sport: il diporto del massacro che li fa sentire bravi, coraggiosi forti.
They kill us for their sport come dice il cieco Gloster del Re Lear.
Pure dalle motociclette e perfini dai monopattini e dalle biciclette bisogna guardarsi. La violenza è nell’aria. Ne danno l’esempio quanti durante i dibattiti non ascoltano e non lasciano parlare chi li contraddice.
Se avessi una figlia, la metterei in guardia da queste violenze e cercherei di darle un esempio ascoltandola più che parlando, dando più importanza alle parole sue che alle mie. Giunto il mio turno di parlare, lo farei con delicatezza, attenzione e rispetto il che comporta osservare una persona senza volere assoggettarla o cambiarla. Da quando ho iniziato a capire qualcosa, mi sono comportato così con allieve, allievi, amiche e amici.
Alcune e alcuni hanno fatto le veci dei figli. Una loro scelta gradita perché del tutto libera. Come questa vostra nel leggermi.
Bologna 23 novembre 2024 ore 19, 49
p. s.
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