Ieri sera ho visto il film Eterno visionario che presenta un Pirandello assillato da problemi familiari, eternamente piagnucoloso e scontento.
Si reca in treno a Stoccolma per andare a ricevere il premio Nobel e ricorda vari episodi della sua vita legati ta loro dal filo dell’angoscia. Qualche momento di euforia non spezza questo filo. La famiglia è una pena per lui, l’amore per Marta Abba impraticabile, il successo non arriva subito e quando giunge non lo rende felice. Insomma è tutto un piagnisteo.
L’attore non è pessimo ma non ha l’aspetto né il carattere dell’autore siciliano. L’insieme non è spregevole: Valeria Bruni Tedeschi che interpreta la moglie matta Antonietta Portulano è bravissima, quella che fa Marta Abba è piuttosto bella e la figlia dello scrittore è molto carina, credibile come siciliana, diversamente da Bentivoglio.
E’ un film che si può vedere ma a pare mio è tanto aderente alle vicende biografiche e familiari di Luigi Pirandello da trascurare il resto: la formazione, la grande produzione, la vita politica.
L’angoscia dell’autore presenta come uniforme la sua produzione, l’amore per la Musa è dato come fatalmente impossibile. Sembra che un destino avverso inceppi il protagonista dando la stura alle lacrime e ai lamenti di Bentivoglio-Pirandello.
Nell’insieme il film è guardabile ma non dà una visione chiara e panoramica dell’opera dello scrittore. Prevalgono su tutto le sue querimonie. Non darei più di sei e mezzo.
Bologna 10 novembre 2024 ore 10, 56 giovanni ghiselli
p. s.
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