NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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venerdì 8 novembre 2024

Otone Vitellio e la loro guerra civile.


 

Otone si presentò alla plebe come il vendicatore e il continuatore di Nerone.

Plutarco racconta che per compiacere il popolo inizialmente non evitava di essere acclamato nei teatri col nome di Nerone (Vita di Otone, 3, 1).

Sconfitto dalle legioni del Reno di Vitellio, Otone si suicidò nell’aprile del 69.

Disse: “experti in vicem sumus ego ac fortuna” (Tacito, Historiae, II, 47), ci siamo messi alla prova a vicenda io e la fortuna.

Tacito parla giustamente di rabbia (rabies, Hist. II, 38) descrivendo gli orrori delle guerre civili”

” ( Marchesi, Tacito, p. 257)

“Svetonio, narrando gli avvenimenti dello stesso anno 69,  racconta che Vitellio questo principe più che cinquantenne, torpido e ghiottone, mentre visitava il campo di battaglia di Bedriaco, a quelli del seguito che si rivoltavano inorriditi davanti ai cadaveri in putrefazione, disse : “ il cadavere del nemico ha buon odore; ma quello dei cittadini è migliore” ( p. 257) “optime olere occisum hostem, et melius civem” (Vitellio, 10)

 

 

 Il nuovo imperatore era Vitellio, un gaudente di mezza età. Vitellio imitava Nerone cui era stato caro, data la sua passione per le corse.

Apud Vitellium omnia indisposita, temulenta, pervigiliis ac bacchanalibus quam disciplinae et castris propiora ( Historiae, 2, 68), tutto era disordinato, c’era solo ubriachezza, tutto più vicino alle veglie dei baccanali che alla disciplina militare

Epularum foeda et inexplebilis libido (II, 62), la sua brama di banchetti era turpe e insaziabile.

Superbanchetto Svetonio 13

Lo chiamavano spinthria, cinedo, poiché da giovane stava a Capri inter Tiberiana scorta (Svetonio, Vita di Vitellio, 4).

Insomma non erano  mancati  tra i suoi cenoni quelli  chiamati da Marziale  convivia culi (II, 51, 5). Come vedete il latino è la linguadel pudore: mi aiuta a evitare le parolacce:

.

Vitellio celebrò le esequie di Nerone laetum foedissimo cuique (Hist., 2, 95), spettacolo gradito a tutta la canaglia. Unum ad potentiam iter , c’era una sola via per fare carriera: unum ad potentia iter: prodĭgis epulis et sumptu ganeāque  satiare inexplebiles Vitellii libidines (2, 95) l’abilità di saziare con banchetti da sperpero e gozzoviglie le insaziabili libidini di vitellio..

Ma Vitellio venne sconfitto in autunno e assassinato in dicembre (69).

 

Il parsimonioso Vespasiano, che onorava la memoria di Galba, revocò la libertà concessa da Nerone alla Grecia, aprì la Domus Aurea al pubblico, e dedicò al dio Sole la statua colossale di Nerone. Con il consolidamento della sua nuova dinastia, quella dei Flavii, e l’avvento di una moralità più rigorosa, oltre alla pubblicazione di opere ostili a Nerone come la tragedia Octavia e le storie di Plinio il Vecchio, la reputazione di Nerone come mostro venne fissata per l’eternità[1].

 

 Bologna 8 settembre 2024 ore 19, 20.

 

p. s.

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[1] E. Champlin, Nerone, p. 14.

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