Molto interessante un articolo di Concita De Gregorio che leggo nel quotidiano “la Repubblica” di oggi. E’ intitolato
Le nostre città
e le ferite riaperte dalla fiction
ed è diviso tra le pagine 1 23
Questo è la prima parte, a pagina 1 appunto.
“Michele dice che gli americani fanno quello che vogliono perché noi abbiamo perso la guerra. E’ una prospettiva che non avevo mai considerato, potrebbe avere un fondamento. Michele, che lavora in una base aeronautica, ne è sicuro. Dice che decollano e atterrano quando gli pare, non importa il piano di volo che hai fatto. Poi fa un elenco lunghissimo di cavi di funivie tranciate, tragedie irrisolte, casi insabbiati, delitti senza colpevoli, esfiltrazioni. Li chiama così i rimpatri”.
Ma veniamo alla fiction che riapre le ferite di Perugia inflitte con l’omicidio di Meredith studentessa inglese in Erasmus.
La studentessa americana Amanda Knox venne condannata con il suo amico Sollecito poi vennero assolti. La ragazza fu rimpatriata e ora è tornata a Perugia siccome “produce una serie su se stessa, si chiamerà Blue Moon”. La produzione è proterva e invadente, non si passa i negozi sono chiusi, grande malumore”. Concita riporta alcune testimonianze sulle menzogne di Amanda e l’intervento della massoneria per cambiare la prima sentenza di condanna dei due giovani. Su questo giallo mi fermo perché ovviamente non so come sia andato. So di sicuro che Amanda accusò un negro che lavorava in un locale e potè uscire dalla galera quando venne presentato un alibi che lo scagionò.
Ora commento questo crimine inserendolo nelle categorie del sempre e dovunque ossia dell’Universale con l’aiuto di Tucidide e di Nietzsche.
Nelle Storie di Tucidide gli Ateniesi dichiarano agli abitanti della piccola isola di Melo, renitenti a sottomettrsi, che la loro pretesa di comandare è supportata e giustificata dal diritto della potenza maggiore che è di gran lunga la loro. Cito alcune parole del testo di Tucidide nella traduzione italiana
“Riteniamo infatti che la divinità, per quanto si può supporre -dovxh- / e l'umanità in modo evidente -safw'"/- in ogni occasione, per necessità di natura, dove sia più forte, comandi. Noi non abbiamo imposto questa legge né l'abbiamo utilizzata per primi ou[te prw`toi crhsavmenoi quando vigeva, ma dopo averla ricevuta che c'era, e pronti a lasciarla rimanere per sempre, ce ne avvaliamo crwvmeqa aujtw`/, sapendo che anche voi e altri, se vi trovaste nella stessa condizione di potenza che noi, fareste lo stesso.
" (V, 105)
Nietzsche ribadisce questo concetto con altre parole:"Laddove domina il diritto, è mantenuto in piedi un certo stato e grado di potenza, e sono impediti una diminuzione e un accrescimento. Il diritto di altri è la concessione che il nostro sentimento di potenza fa al sentimento di potenza di questi altri. Se il nostro potere si mostra profondamente scosso e infranto, cessano i nostri diritti: al contrario, se noi siamo divenuti molto più potenti, cessano i diritti degli altri nei nostri riguardi, come glieli avevamo riconosciuti fino a questo momento" (Aurora , libro secondo, 112).
Ecco dunque qual è il diritto che consente al più forte di fare quello che vuole. Non certo un diritto retto, giusto, morale
Nella Repubblica di Platone, il sofista Trasimaco sostiene contro Socrate che il giusto non è altro che l’utile del più forte: “fhmi; ga;r ejgw; ei\nai to; divkaion oujk a[llo h] to; tou` kreivttono~ sumfevron ” (338c.)
Mi pare che vada così anche oggi.
Bologna 10 novembre 2024 ore 18, 20 giovanni ghiselli
p. s.
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