NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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giovedì 14 novembre 2024

Joyce, Ulisse. Il funerale. Undecima parte.


 

Bloom pensa che tutti quei morti lì sepolti un tempo camminavano per le vie di Dublino 158. All these here once walked round Dublin 102

Il contrario di quando si pensa vedendo una strada affollata: tra cento anni questi saranno tutti morti.

 L’ho imparato da Erodoto:  Serse il grande re di Persia,  invadendo la Grecia, vide l'Ellesponto coperto dalle navi e dapprima si disse beato (oJ  Xevrxh" eJwuto;n ejmakavrise, VII, 45), ma subito dopo scoppiò a piangere (meta; de; tou'to ejdavkruse)  per compassione al pensiero di quanto è breve tutta la vita umana: “ wJ~ bracu;~ ei[h oJ pa'~ ajnqrwvpino~ bivo~, eij touvtwn ge ejovntwn tosouvtwn oujdei;~ ej~ eJkatosto;n e[to~ perievstai” (VII 46,2), dal momento che di questi che sono tanti nessuno sopravviverà al centesimo anno.

Allora Artabano, lo zio paterno, lo consolò dicendogli che, essendo la vita travagliata, la morte è il rifugio preferibile per l'uomo ("ou{tw" oJ me;n qavnato" mocqhrh'" ejouvsh" th'" zovh", katafugh; aiJretwtavth tw'/ ajnqrwvpw/ gevgone", VII, 46, 4). Un momento di sapienza silenica.

Se questa sera uscirò e passando per la zona universitaria  vedrò con piacere  tanti giovani allegri che mi mettono allegria, nondimeno penserò: “garzoncelli scherzosi, fanciulli miei, godete la vostra stagione lieta e piena di energia. Tra cinquanta o sessanta anni sarete come me, se vi andrà molto bene. Per carità, non sono uno da buttar via ma non ho più la vitalità, la curiosità, la voglia di amare che avevo non solo a 25 anni ma ancora a 77 quando scalando il passo di Bocca Tra baria in bicicletta lasciai  indietro di dieci minuti  due cinquantenni. Arrivato al passo, mente li aspettavo gridavo evoè.

Torniamo a Bloom.  Pensa che per avere un ricordo sempre vivo dei morti bisognerebbe registrarne la voce in tempo. La domenica dopo pranzo si potrebbe metter su il povero trisnonno.

A un tratto sente un rumore che viene dal basso. Osserva una cripta di pietra e vede some animal. An obese grey rat, un sorcio obeso grigio, trotterellava muovendo la ghiaia. Un animale del genere fa presto a mangiare un uomo. Lo spolpa senza guardarlo in faccia. Non tutti i fatti della natura in effetti sono belli e buoni ma ci si può fare sopra delle battute stupefacenti.

A corpse is meat gone bed 102., un cadavere è carne andata a male. Che codsa è il formaggio? E’ il cadavere del latte Cheese corpse of milk.

Mi piace questa battuta: devo ricordarla: il formaggio non mi piace e fa ingrassare per giunta. Mangiarlo da parte mia è masochismo. Qui a Bologna lo chiamano forma come se fosse formosus invece rende deformi.

Leopardi  dice ogni male del parmigiano. Lo approvo. Quando dico parole opposte al pensiero comune i benpensanti mi accusano di essermele inventate. Anche per questo cito i grandi autori che sono o dovrebbero essere reputati più del formaggio pure se molto pubblicizzato.

In una lettera al padre Monaldo datata Bologna 8 febbraio 1826 Giacomo scrive al padre chiedendogli di mandargli “i nostri formaggi”  come “l’olio e i fichi già famosi”.

I formaggi marchigiani dunque “qui si stimano più del parmigiano, il quale non ardisce di comparire in una tavola signorile. Bensì vi comparisce una forma di formaggio della Marca, quando se ne può avere, che è cosa rara”. Così il tanto decantato parmigiano è sistemato. A Pesaro in casa mia usava il cacino, a Moena il puzzone, entrambi migliori del parmigiano.

 

 Meglio la cremazione pensa Bloom Ma i preti ce l’hanno a morte.

Tra le maniere di morire dicono che annegare sia la più piacevole.

Mi viene in mente la canzone di Ariele nella Tempesta di Shakespeare: “:"Of his bones are coral made;/Those are pearls that were his eyes:/Nothing of him that doth fade,/But doth soffer a sea-change/Into something rich and strange " (The Tempest , I, 2), delle sue ossa si sono formati coralli, sono perle quelli che furono I suoi occhi, nulla in lui scompare ma subisce un cambiamento marino in qualche cosa di ricco e strano.

Ferdinando, il principe di Napoli,  sente questo  canto  che calma la sua pena mentre siede sulla riva piangendo di nuovo  sul naufragio di suo padre e re weeping again the King my father’s wrack (I, 2, 439)

 

Bloom aggiunge “Vedere tutta la propria vita in un lampo” 159 See your whole life in a flash.  

Questo forse ha a che vedere con la quarta sezione di The waste land di T. S. Eliot: Death by water, la morte per acqua: Phebas il Fenicio “Come affiorava e affondava /passò attraverso gli stadi della maturità e della giovinezza/procedendo nel vortice”. Ulisse e La terra desolata uscirono entrambi nel 1922. Non fu un anno di carestia letteraria.

Bologna 14 novembre 2024 ore 19, 45 giovanni ghiselli.

p. s

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Elogio di Bologna. A parte la cucina.

 

Di Bologna mi piace tutto, perfino il clima perché da marzo a settembre è una delle tre città più calde d’Italia. Da novembre a febbraio invece fa freddo ma limito le uscite e studio e scrivo di più.

E’ una città viva, civile, ben tenuta, ben collegata e offre molto in termini di cinema, biblioteche, incontri culturali. E’ abituata da secoli a ospitare studenti immigrati da ogni parte d’Italia e non solo, sicché non impone il conformismo assoluto come tanti borghi e cittadine di provincia. Da immigrato mi ci sono trovato bene e ci sono rimasto. Tutto bene dunque a parte il cibo. In casa mangio tonno in scatola e insalata;  se vado fuori mi guardo bene dalla cucina bolognese. Per fortuna conosco un buon ristorante greco, non esoso e ben frequentato: da studenti e professori come la mensa dell’Università di Debrecen.

  

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