NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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lunedì 11 novembre 2024

Joyce, Ulisse. Sesto episodio Ade il funerale. Sesta parte.


Dedico questo post alla cara immagine paterna del professor Carlo Izzo.

 

Bloom osserva il seguito del morto e riflette

Nota una donna: “arpia dalla fauce secca e il cappello di traverso,  con una bambina appesa al braccio: questa guarda la donna in attesa del segnale per piangere 140 looking up at her for a sign to cry 90

Cunningham il pio ricorda a Power  che il padre di Bloom si era avvelenato. His father poisoned himself. 91

Power si scusa dicendo che non lo sapeva.

Il morto ha lasciato cinque figli dice uno

A sad case, Mr Bloom sad gently 91, un caso penoso disse gentilmente Mr Bloom, 141.

Il costume di oggi è disprezzare, perfino sterminare i poveri indifesi. Bloom pensa di dover fare le condoglianze alla moglie Condole with her. Magari lo segue presto. No: for Hindu widows only, solo per vedove Indù. Infatti ci sono più donne che uomini nel mondo 141

There are more women than men in the world 91. Uno deve pur andarsene per primo. Solo sotto terra e non giacere più nel caldo letto di lei- 142One must go first: alone under the ground: and lie no more in her warm bed. 91

Altri- tra cui mr Dedalus il padre di Stephen,  chiacchierano facendo pettegolezzi o ripetendo luoghi comuni irrilevanti. Bloom medita rivolgendosi pensieri suoi tristi e buffi come gli vengono: i becchini portano la bara nella cappella. Da che parte è la testa? 143- Which end is his head? 92. Bloom è curioso e spiritoso. Entra nell’oscurità della chiesa seguendo gli altri  e strizzando gli occhi nel semibuio.  Rimane dietro ad altri quando non è solo. Entra un chierichetto con un secchiello poi il prete biancovestito: si aggiusta una stola con una mano e tiene in bilico con l’altra un libriccino contro la pancia da rospo 143- balancing with the other a little book against his toad’s belly. 92. C’è la malevolenza di molti personaggi di Joyce nei confronti della prepotenza dei preti cattolici irlandesi.

Mi viene in ment uno dei Ricordi di Guicciardini: “Io non so a chi dispiaccia più che a me la ambizione la avarizia e la mollizie de’preti (…) Nondimeno el grado che ho avuto con più pontefici m’ha necessitato a amare per el particulare mio la grandezza loro e se non fussi questo rispetto, arei amato Martino Luther quanto me medesimo (…) per vedere ridurre questa caterva di scelerati a’termini debiti, cioè a restare o aenza vizi o sanza potere”. Ricordo sempre attuale e applicabile a chi mescola nella propria persona il potere con i vizi.

Torniamo a Bloom che osserva il prete il quale cominciò a leggere il libro with a fluent croak 92 gracchiando spedito.

Il prete si chiama father  Coffey. I knew his name was like a coffin- sapevo che il suo nome era simile a bara. Qusi padre bara. Domine-namine. Una storpiatura di nomen omen.

“Ghiselli mangia piselli” gridavano i bambini compagni di scuola alle elementari Carducci di Pesaro.

Bloom a tratti è un bambino-bimbo Bloom, bloom bimbo.

Poi pensa: Bully about the muzzle he loooks ha il muso prepotente, da bullo.

Bloom da ebreo , figlio di padre suicida immigrato dall’Ungheria, tradito dalla moglie e maltrattato da molti, si intende di prepotenze per averne subite tante. Ne so qualche cosa anche io. Il prete, Muscular  christian cristiano gagliardo  gladiatore, celebra il rito in latino.

Li fa sentire più importanti sentirli pregare in latino 143 – Makes thm feel more important to be prayed over in latin 93. In fondo questo succede anche a me. Il greco ancora di più. Anche i conferenzieri più rinomati non possono fare a meno di mettere qualche parola antica sopra tutte greca nelle loro lectiones. Il greco primo, il tedesco secondo, il latino terzo.

Il mio catalogo invece è questo dopo l’italiano: greco, latino, inglese.

Commento Joyce anche per ripassare l’inglese: è stata la lingua che mi ha consentito di comunicare con diverse amanti. Per me è impossibile amare senza parlare e ascoltare.

Poi voglio insegnarlo anche a voi lettori. Il miglior maestro che ho avuto all’Università dopo il mio esame di lingua e letteratura inglese mi diede trenta e lode, poi mi incoraggiò a biennalizzare l’esame in modo che avrei potuto insegnare inglese. Lo ringraziai ma risposi che volevo insegnare greco e dovevo preparare più di 20 mila versi da tradurre all’impronta in due esami. Sono grato al professor Carlo Izzo, gli voglio ancora bene, e ripasso l’inglese e cerco  di insegnarlo per dare retta a lui che mi aiutò in un momento difficile. Era il gennaio del 1965,

Bologna 11 novembre 2024 ore 11, 16 giovanni ghiselli

p. s.

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