Le risposi cercando di non celare né mascherare i pensieri e i sentimenti che ancora covavo: “Ascoltami ora Ifigenia. Se, come dici, mi ami, perché non eviti di colpirmi quasi ogni giorno con il sospetto e il dispiacere della gelosia? Io non sono mai stato geloso senza motivo. E so che una donna innamorata di un uomo vuole renderlo certo della propria fedeltà, e non sente la voglia malsana di metterlo in ansia ricordandogli di essere desiderata e corteggiata da diversi maschi intraprendenti, sfrontati e invadenti”
“Tu stammi bene a sentire” mi interruppe, e replicò dopo avere cambiato la solita maschera da ragazzina deduttiva e insinuante con una dura e accigliata.
L’avevo toccata nel punto debole e dopo la parte della Rosina docile e insinuante si mise a recitare quella della tremenda vipera dalle cento trappole. Mai, quasi mai che mostrasse il suo volto, sse pure ne aveva ancora uno suo.
“Io parlo con chi mi va, senza chiedere il permesso a nessuno. Però il mio amore, se ancora ti sta a cuore, è tutto e solo per te. Se ti fidi, bene, se no lasciami tu”
“Ho capito” risposi cercando il tono e la maschera da contrapporle. “ Con te voglio un rapporto alla pari anche se siamo diversi per età, esperienze e altro.
Facciamo così: anche io a Debrecen, se ne avrò voglia, uscirò per parlare con chi troverò interessamte e interessato alla mia compagnia. E voglio pure rimanerti fedele.
Molti però sono i casi imprevisti e se accadesse che un evento sismico scuotesse questo proposito mio, ti avvertirei subito con un telegramma. Tu per piacere fai lo stesso con me. Va bene ?”
Ifigenia rispose con un risentimento che si confaceva alla maschera appena indossata
“Gianni, tu non mi conosci. Io non permetto a cicchessia, di spingermi a fare quello che non ho deciso io stessa. Te l’ho già detto e non voglio ripeterlo ancora. Te ne puoi andare se non ti fidi.”
Ero stupefatto da tanta durezza . Ifigenia notò che ero rimasto interdetto ed ebbe timore di avere esagerato, sicché riprese la posa della giovane donna docile e rispettosa, obbediente, dolce amorosa.
Ma aveva sempre pronte le cento trappole..
“Dai, tesoro, non diffidare di me. Io ti amo, ti adoro e mi fido ciecamente di te. Facciamo di tutto per rimanere insieme: quest’anno siamo stati molto felici! Il prossimo anno lo saremo ancora di più. Vero Gianni?”
“E’ vero”- risposi simulando convinzione e conservando l’’intima riserva necessaria alla mia sopravvivenza con tale satanessa dai crini serpentini “siamo stati molto felici e lo saremo ancora di più”.
Così smettemmo di arzigogolare e facemmo l’amore due volte. Poi tornammo alla riva. Erano le sette di sera.
Bologna 27 settembre 2024 ore 17, 34. giovanni giselli.
p. s.
Statistiche del blog
All time1656052
Today157
Yesterday314
This month9302
Last month11873
Nessun commento:
Posta un commento