NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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mercoledì 25 dicembre 2024

Ifigenia 107. Il bagnino Virgilio. Portitor horrendus terribili squalore.

 


 

A un tratto l’aria immobile del crepuscolo fu attraversata da un urlo orrendo. Nell’oscurità che avanzava da oriente vedemmo avvicinarsi  a colpi di remi il vecchio bagnino Virgilio che alla fine degli anni Quaranta mi aveva insegnato a nuotare ma con il volgere delle stagioni il tempo lo aveva mutato, dal giovanotto simpatico che era, in un vecchio misantropo sempre arrabbiato. Si avvicinava maledicendo la nostra sfacciata inverecondia. La bocca spalancata dal grido minaccioso appariva come una squarcio nel viso deformato in  maschera tragica.

Ifigenia spaventata da quella figura infernale stava scivolando sott’acqua ma, dissuasa dal freddo, evitò l’immersione afferrando il laccio di cuoio che lei stessa mi aveva cinto al collo come simbolo di legame amoroso. L’avrei tagliato all’alba del 13 giugno del 1981 quando il piccolo Alfredo moriva nell’orribile pozzo dove era caduto. Caduta dolorosa e significativa. Verso le due di quella notte fatale entrai nella cucina sporca di piatti unti e tagliai quel vincolo oramai sfilacciato. Quindi, per schiodarmi del tutto dalla croce del mio pur necessario martirio,  presi la bicicletta e andai su per la Futa fino a Monghidoro dove entrai in chiesa a chiedere di sopravvivere. Dio mi osservò, dio mi esaudì.

Il 4 luglio 1979 invece il nostro legame era ancora robusto, sia pure per poco, e non lasciò che Ifigenia cadesse sotto l’acqua.

“Ti amo-disse-. Se non ci fossi tu, perderei l’equilibrio” 

“Ma io ci sarò finché tu vorrai restare in piedi con  me”.

Parole che si dicono quando si sente vicina la fine.

Intanto il demente si avvicinava remando in posizione eretta. Mi venne in mente Caronte: traghettatore orrendo di terrificante squallore.

Era infuriato. Tendeva in avanti e piegava indietro freneticamente le braccia muscolose nonostante l’età. Già alquanto vecchio ma cruda e piuttosto verde la sua vecchiezza era ancora. Sembrava un grifone che agita le ali e apre il becco bramoso di sangue. A un tratto però giunse il disincanto, sicché demitizzai la figura primordiale e riconobbi il maestro di nuoto diventato con i decenni un vecchio mezzo matto, un sinistro rompiscatole. Rassicurai anche Ifigenia, quindi rimettemmo al loro posto i costumi e tornammo sulla riva oramai oscurata quasi del tutto. Virgilio stava tirando il moscone sulla sabbia, non lontando da noi. Alzai una mano in segno di saluto. Allora il volto del vecchio tornò a essere umano e abbozzò un sorriso benevolo che mi rese contento e contraccambiai.

Infine accennò due passi di danza con grazia inusitata.

 

Bologna 25 dicembre 2025 ore 17, 45 giovanni ghiselli

p. s.

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