NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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sabato 21 dicembre 2024

Metodologia 36, 37, 38


 

Metodologia 36. La “testa ben fatta” sa organizzare le conoscenze.

Il didattichese avalla l’obbrobrio dell’ignoranza dei testi. Ancora il Dialogus de oratoribus.

"La prima finalità dell'insegnamento è stata formulata da Montaigne: è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena…una testa ben fatta è una testa atta a organizzare le conoscenze così da evitare la loro sterile accumulazione"[1].

“Intelligenza” infatti in greco è suvnesi", capacità di mettere insieme (cfr. sunivhmi) e di individuare i nessi.  

Viceversa quella chi non sa connettere nulla con nulla (I can connect/Nothing with nothing[2]) ha una testa intronata tra spazi ventosi: "A dull head among windy spaces"[3].

Le conoscenze organizzate corrispondono alle competenze di cui tanto, pure troppo, si parlava al tempo dell'ultimo, o penultimo, didattichese il quale d'altra parte  permetteva, quasi imponeva, di ignorare gli autori.

Ignoranza lamentata già dal personaggioi  Messalla nel Dialogus de oratoribus: non si dedica più abbastanza lavoro alla lettura degli autori (nec in auctoribus cognoscendis) né allo studio dell'antichità (nec in evolvenda antiquitate), né alla conoscenza della storia (nec in notitiam vel rerum vel hominum vel temporum satis operae insumitur, 30). Si cercano solo le lezioni dei retori .

 

37. Odiamo il brutto senza semplicità del didattichese.  Le parolacce e i solecismi: “griglia”, “pof”, “funzione obiettivo”.

L’invadenza dei “metodi” e l’assenza dei contenuti.

 Le parole del didattichese sono inappropriate e brutte assai: per esempio “griglia” applicata alla valutazione. Secondo me la griglia è una graticola (craticula) sulla quale si arrostiscono pesci o salcicce. Per non dire dell'impagabile “Pof”. E’ una parolaccia. Un singulto da indigestione, se non peggio. "Io credo che dovremmo rifiutarci di usare certe parole così brutte…La scuola di oggi fa così. Insegna i Metodi. L'ultima cosa che vuole è insegnare i cosiddetti e vilipesi Contenuti…l'azzeramento (o riduzione) dei contenuti ha prodotto l'ignoranza "[4].

E l'ipocrisia della così detta "funzione obiettivo"? Sembra un solecismo peggio che pedestre. Chi la assume deve passare parecchie ore a scuola sottraendole alla vita e allo studio. "Ed ecco allora profilarsi all'orizzonte una possibile qualificazione degli insegnanti non in base al merito, ma alle ore passate a scuola, e soprattutto alla disponibilità a entrare nelle varie commissioni e a occuparsi dei vari progetti. Vince l'insegnante poli-funzione. E dell'insegnante che passa le sue giornate in biblioteca a studiare Dante, o il teorema di Fermat, o Kant, non importa niente a nessuno"[5].

 

38 . La valutazione. Nietzsche, Don Milani. Proposta modesta e sintetica per  una valutazione realistica.

Per quanto riguarda la valutazione, essa deve essere rivolta in primis a noi stessi: i ragazzi costituiscono un ottimo test della nostra capacità di interessarli. Se non ci ascoltano, è molto probabile che sia colpa nostra: o non conosciamo[6] l’argomento di cui parliamo, o non ci piace, o non ci piacciono gli allievi cui dobbiamo comunicarlo. Sentiamo Nietzsche che parla della sua esperienza di docente di greco: “io addomestico gli orsi, insegno la buona educazione ai buffoni. Durante tutti i sette anni in cui ho insegnato greco nella classe superiore del liceo di Basilea, mai una volta ho avuto l’occasione di dover punire qualcuno; anche i pigroni diventavano diligenti con me”[7]. Comunque dobbiamo pensarci bene prima di bocciare un ragazzo: non mi è mai uscito di testa quanto, molti anni fa, imparai da Don Milani : “ Bocciare è come sparare in un cespuglio. Forse era un ragazzo, forse una lepre. Si vedrà a comodo”[8].

La valutazione realistica secondo me deve premiare la crescita del giovane nella capacità di usare in modo appropriato, magari elegante, la lingua madre in primis, poi deve tenere conto dell’apprendimento di altre lingue,  della storia, delle letterature studiate, e, più in generale, deve apprezzare ogni progresso, in termini culturali, etici, estetici.

Bologna 21 dicembre 2024 ore 18, 44 giovanni ghiselli

 



[1] E. Morin, La testa ben fatta, p. 15 e p. 18.

[2] T. S. Eliot, La terra desolata, vv. 301-302

[3] T. S. Eliot, Gerontion,  (del 1920) v. 16.

[4]P. Mastrocola, La scuola raccontata al mio cane, p. 22,  p. 75 e p. 187.

[5] P. Mastrocola, op. cit., p. 174.

[6] “I filosofi studiati sul manuale diventan tutti odiosi” (Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, p. 12).

[7] Ecce homo, p. 14.

[8] Lettera a una professoressa (p. 39).

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