Metodologia58. Odisseo come eroe e artista della parola.
Non è bello ma le sue parole sono simili a fiocchi di neve (Iliade III). In lui c’è morfh; ejpevwn, come in un aedo (Odissea, XI, 367).
Nel Filottete Odisseo afferma la supremazia della lingua, guida della vita umana.
Odisseo come eroe e artista della parola viene individuato già da Omero: nella teicoskopiva del terzo canto dell'Iliade Priamo chiede a Elena di identificare i capi dei guerrieri Achei visibili dalla torre presso le porte Scee; uno gli era pareva "meivwn[1] me;n kefalh'/ jAgamevmnono" jAtreïvdao,/ eujruvtero" d j w[moisin ijde; stevrnoisin ijdevsqai" (vv. 193-194), più piccolo della testa di Agamennone Atride, ma più largo di spalle e di petto a vedersi. La figlia di Zeus risponde che quello era Odisseo esperto di ogni sorta di inganni e di accorti pensieri (v. 202).
Quindi Antenore aggiunge che egli l'aveva visto una volta a Troia, in ambasciata con Menelao, e quando i due erano seduti, era più maestoso Odisseo, ma, come si alzavano, Menelao lo sovrastava delle larghe spalle ("stavntwn me;n Menevlao" uJpeivrecen eujreva" w{mou"", v. 210). Ulisse, in piedi, se stava zitto, sembrava un uomo ignorante o addirittura uno furente e pazzo, ma, quando parlava, dal petto mandava fuori parole simili a fiocchi di neve d'inverno (Iliade, III, v. 222), ossia manifestava la potenza della natura.
Nell’XI canto dell’Odissea Alcinoo dice a Odisseo che ha morfh; ejpevwn, bellezza di parole kai; frevne~ ejsqlaiv e saggi pensieri e che il suo racconto è fatto con arte, come quello di un aedo (vv. 367-368).
Nel Filottete di Sofocle Odisseo chiarisce al giovane Neottolemo il percorso che l'ha portato a prediligere la glw'ssa rispetto agli e[rga:" ejsqlou' patro;" pai', kaujto;" w]n nevo" pote;- glw'ssan me;n ajrgo;n, cei'ra d j ei\con ejrgavtin:-nu'n d j eij" e[legcon ejxiw;n oJrw' brotoi'"-th;n glw'ssan, oujci; ta[rga, panq j hJgoumevnhn" (vv. 96-99), figlio di nobile padre, anche io da giovane un tempo, avevo la lingua incapace di agire, la mano invece operosa; ora però, giunto alla prova, vedo che per gli uomini la lingua ha la supremazia su tutto, non le azioni.
"Nell'Iliade la complementarità di parola e azione contraddistingue l'eroe perfetto, ma Odisseo non è l'eroe dell'Iliade. Ancora condiscendente, Odisseo presenta il suo principio come una saggezza acquisita con l'età: nella realtà delle cose, non è la violenza dell'agire che vince, ma quella della lingua. Metaforizza la mano in azione; bisticcia sul suono di ajrgovn (oziosa) e ejrgavtin (attiva), e poi, facendo della lingua la "guida" per gli uomini, la personifica. Aristofane aveva dato alla lingua, come Muse, le Nuvole"[2].
Bologna 27 dicembre 2024 ore 20, 06 giovanni ghiselli
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