Nell’ultimo pomeriggio della gita scolastica, a Montefiascone, ascoltai una ragazzina di una classe non mia, una che diceva di assumere droghe leggere.
Le domandai perché lo facesse. Rispose che aveva iniziato per imitare una sua amica. Diceva che l’ammirava perché l’aveva trovata più interessante di tanti giovani che deplorano lo squallore della società però vi si adattano e combinano affari meschini. Parlava stancamente e con una tristezza che contrastava con lo scherzare e il ridere degli altri adolescenti.
Cercai di dissuaderla dal procedere sulla via dell’autodistruzione.
Le dissi: “prova a osservare la vitalità delle gemme, dei fiori, i colori della terra e del cielo, i voli degli uccelli contenti, l’ordine dei movimenti del firmamento, la luce del sole, e cerca di essere più naturale, più viva, più alllegra anche tu”. Mi ringraziò e promise che avrebbe cercato di emanciparsi.
Oggi penso che quanti si drogano lo fanno perché non trovano a casa né a scuola modelli di forza mentale, caratteriale e di pulizia morale; viceversa la debolezza, il vuoto spirituale e la prepotenza di cui tanti adulti e ragazzi danno spettacolo osceno da diversi palcoscenici e pulpiti, contagiano gli animi dei poveri d’identità personale, la miseria più esposta al rischio della mortificazione.
La sera finalmente telefonai a Ifigenia dicendole che mi mancava la sua presenza vitale e radiosa. Ne fu contenta e si rassicurò sul mio amore per lei. Fui certo a mia volta del suo per me. Rimasto solo, pensai che non mi avrebbe lasciato o tradito neppure se Giove stesso o Gesù Cristo o l’onesto Giovanni in persona le avessero fatto la corte.
Invece un paio di anni più tardi mi abbandonò per seguire un trombone circense in una notte di mezza estate.
Ora so che questo è stato un bene, ma allora ne piansi al lume della luna, bianco sulla spiaggia e tremulo sul mare di Riccione.
Ogni amore finisce quando non ha più ragione di essere.
Questo si dovrebbe insegnare agli uomini che ammazzano le donne stanche di loro. Dovrebbero ringraziare chi se ne va. Lo scrivo per i miei lettori recenti, degli antichi già ognuno lo sa.
Bologna 20 dicembe 2024 ore 19, 19 giovanni ghiselli.
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