Per invogliare i giovani allo studio delle lingue cosiddette morte si può raccontare un episodio dal quale risulta che la conoscenza della lingua e della letteratura greca salvano la vita. Nella Vita di Nicia Plutarco narra che alcuni Ateniesi finiti nelle Latomie di Siracusa "kai; di j Eujripivdhn ejswvqhsan" (29, 2), si salvarono anche grazie ad Euripide. Infatti i Greci di Sicilia amavano il tragediografo e desideravano citarlo. Alcuni dei superstiti da quella catastrofe dunque, tornati a casa, andarono ad abbracciare affettuosamente Euripide e raccontarono che erano stati affrancati dalla loro schiavitù "ejkdidavxante" o{sa tw'n ejkeivnou poihmavtwn ejmevmnhnto" (29,4) poiché avevano insegnato quanto ricordavano dei suoi drammi.
In effetti lo studio di Euripide e di autori significativi può avviare tante persone sulla strada dell'emancipazione. La lettura parola per parola di sette tragedie di Euipide da portare al secondo esame di greco contribuì non solo alla mia laurea a pieni voti ma anche alla mia salvezza personale. In luglio poi trovai il farmaco costituito dall’Università estiva, europea, di Debrecen che mi provincializzò[1].
Elias Canetti racconta che il nonno di sua madre una volta, "mentre era a dormire in coperta", in un battello sul Danubio "aveva udito due uomini che, parlottando tra loro in greco, stavano progettando un omicidio". Ebbene, grazie alla conoscenza di questa nostra amatissima lingua, l'uomo poté denunciare la trama assassina "e quando i due delinquenti arrivarono per compiere la loro impresa, subito furono agguantati". Sicché l'autore comprese subito quanto fosse importante padroneggiare le lingue:"con la conoscenza delle lingue si poteva salvare la propria esistenza e anche quella altrui"[2].
Non il greco e il latino dunque sono lingue morte , bensì la ciancia dei più che imitano il linguaggio ingannevole della pubblicità.
Bologna 24 gennaio 2024 ore 16, 59 giovanni ghiselli
p. s.
il cielo è ancora luminoso. E’ primavera: svegliatevi bambine: alle cascine messer solstizio fa il rubacuor.
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