Salvatore Settis: i tovpoi gestuali si presentano e si trasmettono anche nelle arti figurative le quali riprendono periodicamente gli elementi lessicali tratti dall'arte classica. Nicola Pisano, Giotto e Raffaello.
"Rinascevano in tal modo formule espressive che erano morte da secoli, come il gesto della disperazione, con ambo le braccia gettate violentemente all'indietro, che Nicola Pisano (c. 1265) prelevò dalla Morte di Meleagro di un sarcofago romano riusato a Firenze, riusandolo per la figura di una madre piangente nella Strage degli Innocenti del pergamo di Siena.
Lo stesso gesto fu riadoperato da Giotto per il suo desolatissimo San Giovanni nella Deposizione della Cappella degli Scrovegni (c. 1305), e di qui si diffuse poi ampiamente, tornando in circolazione nel repertorio di bottega dopo dieci secoli di oblio.
Analogamente Raffaello, nella sua Deposizione (1507), tolse da un altro sarcofago di Meleagro (riusato per un sepolcro in una chiesa di Roma) due formule gestuali, rimettendone in vigore con suprema efficacia il potere espressivo: il braccio esanime del Cristo defunto, abbandonato nell'impotenza della morte, e il tenero gesto pietoso della Maddalena che tiene nelle proprie mani la mano di Gesù. In questi e in mille altri casi, è come se fosse maturato nella coscienza degli artisti il senso dell'insufficienza del proprio repertorio, e insieme della qualità e dell'efficacia di quello antico; o come se il radicale ampliamento che s'andava dispiegando delle possibilità espressive dell'arte, ma anche dei suoi temi (con l'aggiungervi, per esempio, storie di eroi e miti "classici"), spingesse ad allargare il lessico d'uso"[1].
Bologna 3 dicembre 2024 ore 19, 44 giovanni ghiselli
p. s
Oggi pioveva e non mi sono mosso. Ora devo muovermi in ogni modo, se voglio mangiare un boccone. Se non mi muovo e mangio, ingrasso; se non mi muovo né mangio, svengo. Ad maiora mala vitanda, mi muoverò poco, mi bagnerò poco e mangerò poco.
Meno male che ho scritto molto e bene, e se la testa non diventa intronata del tutto, scriverò ancora baci.
Gianni, una testa quasi intronata tra freddi spazi piovosi
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