Quel tempo è stato radioso. Allora sentivo una spinta erotica enorme, una sollecitudine benevola, educativa per una creatura vivente e separata da me di breve intervallo; avevo un interesse che prevaleva sui mostri feroci annidati nel mio passato infelice: più forte del mio narcisismo, preponderante sui gravi sentimenti di colpa che avevano spesso mortificato la mia volontà di un rapporto cordiale con gli esseri umani dopo le ore di scuola. Finite queste, ogni volta che cercavo di uscire dal chiuso recinto della mia angusta persona, ero andato a sbattere il naso, simile a becco di uccello rapace, contro lo specchio dove mi osservavo ghignando con soddisfazione maligna.
Invece Ifigenia, fornita di ali grandi e robuste al pari di Nike, mi portava con sé oltre il vetro piombato dove mi vedevo riflesso, e mi apriva la prospettiva dell’umanità, della bella natura dalle trecce verdi , del cielo sereno. Quella ragazza in certe situazioni era stata per me come il sole di giugno che ristora e rallegra il nostro emisfero.
La mia compagna illuminava, colorava e caricava di significati buoni tutto quanto vedevo e ricordavo. Con lei al mio fianco nel letto, tutta la mia vita tribolata veniva redenta da questo risultato finale: se avessi sofferto di meno, non avrei gioito altrettanto. Si rinnovava il miracolo terapeutico operato da Elena, l’augusta signora finlandes bella e fine del 1971. Benedetta sarà sempre da me tra lr donne.
Lo scorso agosto ho fatto un viaggio ciclistico in Grecia senza essere in perfetta salute. Alla fine di una tappa di 100 chilometri, tutti controvento, sono caduto per terra più morto che vivo. Del resto mancavano pochi mesi al compimento degli 80 anni.
Un’età immonda? No, non bestemmiare lettore! Ne ho già passati più di quelli di Mozart e Leopardi sommati insieme. Oggi sono 80 suonati da più di un mese e non tutti malvissuti a dire il vero.
Ero steso davanti all’ingresso del sito meraviglioso di Olimpia. Se morivo lì magari entravo nel paradiso degli atleti e del loro cantore. Stavo per lasciarmi andare all’agonia, l’agone finale, ma Alessandro comes e carissimo amico, mi ha teso una mano e mi ha fatto rialzare.
Però la spinta a procedere, ad affrontare il giorno seguente la lunga salita del Taigeto con rinnovato vigore l’ho avuta invocando ripetutamente le migliori tra le mie amanti belle e fini: Elena Augusta, prima fra tutte, la donna circondata da una alone sacro già nel nome.
Bologna 18 dicembre 2024 ore 11, 21 .
giovanni ghiselli
Chi vuole leggere la storia di Elena Augusta chieda il mio- Tre amori a Debrecen- in prestito nella biblioteca Ginzburg di Bologna e forse anche in altre.
p. s.
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