Tra le allieve della prima media tutte vivaci e carine, ce n’era una speciale. La notai per la sua creattività nelle scrivere, per l’originalità e l’indipendenza delle sue osservazioni, per la vivacità con cui mi faceva delle domande e l’interesse mostrato nell’ascoltarmi. Insomma era una bambina dotata di autonomia mentale e caratteriale: mi assomigliava. Con il volgere delle stagioni saremmo diventati amici. L’ho invogliata a valorizzare la sua intelligenza e gli altri suoi talenti. Luciana a sua volta durante il triennio in cui l’ho aiutata a crescere mi ha fatto capire quanto di buono potessi dare agli allievi in termini di umanità.
A Carmignano di Brenta dove vissi cinque anni della mia prima gioventù adulta ero apprendista del mio lavoro e di me stesso; allora presi coscienza di tante attitudini mie: prima di tutte quella del maestro capace di suscitare energie mentali e morali nei giovani. Mi accorsi che con i ragazzi mi trovavo bene e pure loro con me: ci si educava a vicenda.
Carmignano di Brenta mi piace perché assomiglia ai miei venticinque anni quando ci arrivai spaesato dopo avere lasciato la mamma e le zie a Pesaro. Ero trasecolato come Breus nella boscaglia.
Le varie volte che sono tornato a Carmignano dopo il trasferimento a Bologna ho ritrovato nel paese, nel paesaggio, nel suo fiume, nei suoi profumi, le dolci malinconie, e anche le forti emozioni di allora[1], quando vivevo ogni evento nell’attesa di beni più grandi e quegli anni con quelle esperienze come preludio e presagio delle cose egregie che avrei dovuto compiere una volta tornato a Bologna. Ora ho compiuto gli ottanta e la vita trascorsa mi ha allontanato da quella condizione di giovanotto trapiantato e spaurito, ma vivo, curioso, animato da vaghe e grandi speranze. Quando ricordo gli anni di Carmignano, ritrovo nell’aurea miniera del cuore i sentimenti di allora, la meraviglia lo stupore e l’interesse davanti a ogni persona nuova che mi induceva a osservarla, interrogarla, capirla per ingrandire e migliorare la mia umanità.
Alcuni dei ragazzini miei allievi di allora, oramai ultrasessantenni, mi ringraziano ancora per quanto di buono hanno ricevuto da me: voglio rispondere e voglio che sappiano che sento di avere avuto da loro non meno di quanto abbia dato.
Ci siamo scambiati munera doni e compiti preziosi, funzionali alla crescita, ricchi di reciprocità.
Bologna 14 dicembre 2024 ore 16, 34 giovanni ghiselli
p. s
A proposito di cenoni immeritati: tra poco dovrò andare a fare la spesa perché oggi ho pedalato per due ore nel gelo e in casa non ho niente da mangiare. Questa sera, non prima delle 21 e 30, come si fa in Grecia e pure in Italia da Roma in giù, mangerò meritamente, legittimamente e volentieri.
Sempre1652571
Oggi189
Ieri307
Questo mese5821
Il mese scorso11873
[1] Cfr. il capitolo relativo al mio primo anno di insegnamento (pp. 35 -62) nel romanzo Tre amori a Debrecen. A proposito dell’alunna geniale Luciana, è stata lei, oggi architetta e pittrice, a disegnare la copertina di questo romanzo.
Non vi suggerisco di comprarlo: potete averlo in prestito dalla biblioteca Ginzburg di Bologna telefono 051-466307. Vi garantisco la bellezza della storia e dello stile.
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