sabato 14 dicembre 2024

Ifigenia XXXIX. A Carmignano da Antonia, la migliore amica di sempre.


 

Quindi vennero le vacanze di Natale mai gradite perché durante le feste della casa e della famiglia chi di solito è solo, si ritrova più solo che mai e sempre più solo con il passare degli anni.

Cesare Pavese scrisse: “Val la pena esser solo, per essere sempre più solo?” (Lavorare stanca, 8). 

Quindi: “

Non c’è cosa più amara che l’alba di un giorno

in cui nulla accadrà. Non c’è cosa più amara

che l’inutilità”  (Lo steddazzu, 10-12)

A 42 anni questo poeta si uccise. A venti anche io ero pensoso di finire presto la vita mia nell’acqua del porto di Pesaro, gravoso e inutile peso alla terra com’ero. Poi mi sono ricreduto valorizzando tutto me stesso: perfino la solitudine cronica interrotta sporadicamente da alcune avventure. Ora rispondo: sì ne è valsa la pena. Ho potuto indagare me stesso, diventare me stesso, studiare, educare, frequentare solo chi mi piaceva.

 

Durante i giorni di Natale e Santo Stefano andavo a Pesaro dalle mie zie  e dalla nonna che erano le più anziane e sole tra le mie consanguinèe. Lo facevo per gratitudine dell’aiuto che mi davano e per la pietas erga popinquos. Il 23 dicembre invece, da quando vivevo a Bologna, facevo la visita del solstizio invernale alla vicepreside della scuola media dove avevo insegnato, Antonia Sommacal, che era diventata la più cara delle mie amiche e mi aveva aiutato durante il mio apprendistato professionale e umano. Fino al 2005 quando è morta sono andato a trovarla tutti gli anni due volte all’anno: per i solstizi. E’ una magnifica persona che mi ha aiutato e incoraggiato a essere come sono. Non è facile per chi è troppo diverso e strano.

Ricordo una frase tra le più belle che abbia sentito sul mio conto. Quando le dissi che per Natale andavo sempre dalle zie che erano sole e molto anziane, Antonia mi fece: “lei avrà fortuna Ghiselli, perché è una persona buona”. E’ il complimento più grande che abbia mai ricevuto e mi ha ripagato della malevolenza che non poche volte mi hanno manifestato i nemici e anche certi falsi amici.

A Carmignano del resto dopo il trasferimento a Bologna  tornavo volentieri quelle due volte ogni anno per rivedere i luoghi divenuti poetici dove arrivai venticinquenne per iniziare il mio lavoro e vi rimasi fino a quasi trentanni imparando a  fare la parte dell’uomo adulto, a cavarmela senza rinnegare né smentire la mia identità, a non seguire i luoghi comuni che nella profonda provincia veneta erano molto diffusi e quasi coattivi. Dopo la morte di Antonia ogni tanto vado ancora a Carmignano per raccogliere qualche fiore che vedo tra l’erba e metterlo sopra la sua tomba mandandole un bacio.

La  benevolenza di Antonia mi ha aiutato davvero ad avere la buona sorte che mi auspicò e previde quando ero giovane molto. Ci si dava del lei, stranamente. Mi faceva da maestra e da mamma.

Ora però le dico e ripeto spesso: che tu sia benedetta Antonia carissima, gunhv t  j ajrivsth tw'n uJf j hjlivw/ makrw'/"( Alcesti, v.-151), di gran lunga la migliore tra le donne sotto il sole. Tu sei stata la mia migliore amica.

 Nessuna delle mie amanti mi ha aiutato con maggiore intelligenza, onestà e generosità.

Bologna  14 dicembre  2024 ore 18, 13 giovanni ghiselli

p. s.

Statistiche del blog

Sempre1652558

Oggi176

Ieri307

Questo mese5808

Il mese scorso11873

 

Nessun commento:

Posta un commento