NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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lunedì 2 dicembre 2024

La conferenza di oggi su Annibale. Alcuni appunti da sviluppare. Gradisco eventuali domande.


 

Autori principali sulle gesta di questo personaggio:

Polibio e Tito Livio. Gaetano De Sanctis, Mommsen,  Flaubert.

 

Autori “secondari” : Cornelio Nepote, Nevio, Ennio, Appiano, Plutarco, Cicerone, Giovanni Brizzi e Paolo Rumiz articoli su “la Repubblica”

 

Date principali

Annibale 247-183- Cornelio Scipione 236-183.

Fondazione di Cartagine colonia di Tiro fenicia 814

Prima guerra punica 264-241

Rivolta dei mercenari libici 240-239 repressa da Amilcare Barca.

237 Amilcare si reca in Spagna con Annibale  bambino di nove anni

229 Amilcare muore. Gli succede il genero Asdrubale il bello che muore nel 221. Gli succede Annibale

219 assedio di Sagunto che cade in dicembre

218 Annibale passa le Alpi –il Monginevro-in settembre

218 Annibale batte Publio Scipione sul Ticino vicino a Novara

218 solstizio d’inverno sconfitta di Scipione padre e Tiberino Sempronio sulla Trebbia presso Piacenza. I Galli aiutano i Cartaginesi

217 giugno Annibale sconfigge il console Flaminio sul Trasimeno- Flaminio è ucciso da un Gallo.

216 battaglia di Canne  con ecatombe dei Romani. Il console Emilio Paolo muore l’altro console Terenzio Varrone  fugge a Venosa poi torna a Roma

215 muore Gerone II e Siracusa passa ai Cartaginesi.

Annibale è accolto da buona parte dell’Italia meridionale dopo quella gallica. L’Italia centrale invece rimane fedele a Roma soprattutto quella cisappennica.

Cornelio Scipione che vincerà la guerra conquista la penisola iberica.

212 i Romani assediano Capua e Annibale si avvicina all’Urbe fino a porta Collina  

211 Capua e Siracusa si arrendono.

208 Il console Marcello è ucciso in una scaramuccia vicino a Venosa

207 Asdrubale passa le Alpi e in maggio arriva sulla pianura padana,

207 luglio battaglia del Metauro vinta dai consoli Claudio Nerone e Livio Salinature.

204 arrrivo a Ostia della Magna Mater. Una donna eccezionale: Claudia Quinta

204 Scipione sbarca in Africa e sconfigge il re Numida filocartaginese Siface. La moglie cartaginese Sofonisba si uccide con il veleno. Tragedia di Vittorio Alfieri Sofonisba -1769-

203 Annibale e suo fratello Magone partono dall’Italia. Muore il cunctator.

202 battaglia di Zama.

196 Annibale si reca da Antioco III re di Siria. Incontro cordiale con Scipione a Efeso.

189 Antioco sconfitto dai fratelli Scipioni a Magnesia (Lidia)

189 Annibale a Creta, poi in Armenia

188 Annibale in Bitinia presso il re Prusia

185 vince una battaglia navale contro Eumene II

184 censura di Catone

183 annibale si uccide a Libyssa  per non essere consegnato a Flaminino da Prusia

183 Scipione Africano muore a Literno, in Campania. Era calvo e precocemente invecchiato.

 

Argomenti principali

Fondazione di Cartagine colonia di Tiro Fenicia. Parentela con la Tebe di Cadmo. Cultura fenicia e greca di Annibale

La leggenda di Elissa-Didone già in Nevio poi in  Virgilio.

Cultura, religione  e costituzione Cartaginese.

I sacrifici umani attribuiti malevolmente ai Cartaginesi.

 

La prima guerra punica-264-241-: i Romani conquistano la Sicilia poi occupano la Sardegna. Battaglia di Milo-260-ricordata da T. S. Eliot per significare l’eterno presente della storia: “You who were with me in the ships at Milae!” (T. S. Eliot, The waste land, v. 70)

Attilio Regolo vince poi viene sconfitto in Africa: bisogna diffidare della sorte- diapistei`n th`/ tuvch/ soprattutto in caso di successo (Polibio, I, 35)

Claudio Pulcro figlio di Appio Claudio cieco sconfitto a Trapani 249. I Claudi fino alla Clodia di Catullo sono malfamati.

241 Lutazio Catulo  vince la battaglia delle Egadi e la Sicilia diviene provincia romana.  Quindi viene occupata la Sardegna. Rovina dell’agricoltura italica

I romani sconfiggono anche, i pirati Illiri della regina Teuta, poi  Galli Insubri, Boi e Taurini 225-222.

 

Movimento anticapitalistico a Roma interrotto dalla ripresa della guerra

Nel 232 c’era stata una proposta di riforma agraria da parte del tribuno Flaminio Nepote, erede della tradizione di Appio Claudio Cieco. Il senato combatté con accanimento questa proposta, al punto che ricorse al padre del tribuno per imporgli il veto. Ma la patria potestà non valse. La proposta era De agro piceno et gallico cis Arimǐnum viritim dividundo. (232 a. C.). La legge fu approvata ma Flaminio morì da console al

Trasimeno nel 217.

 

I mercenari libici rivoltosi sconfitti da Amilcare Barca-240- 239

Il commento di Machiavelli: “Delle armi mercennarie antiche in exemplis sono Cartaginesi; li quali furono per essere oppressi da’ loro soldati mercennari, finita la prima guerra con li Romani, ancora che Cartaginesi avessino per capi loro propri cittadini” (Il principe, 11).

“non hanno altro amore che le tenga in campo che non un poco di stipendio” (12). Come tanti altri impiegati.

Infanzia di Annibale Polibio e Flaubert.

Annibale e Alessandro, uno dei suoi modelli. L’altro è Eracle.

La perfidia plus quam punica insegnata ad Annibale dai suoi maestri greci  come Sosilo spartano.

Il passaggio delle alpi nell’autunno del 218 e la ferinità dei montanari. Determinismo geografico.

I Galli della Padania cmbattono con i cartaginesi contro i Romani sconfitti sul Ticino e sulla Trebbia.

Gli Etruschi  dell’Umbria  invece non aprono le porte ad Annibale. La consorteria dei benestanti organizzata dai romani nell’italia centrale cisappenninica funziona.

Annibale vince comunque sul Trasimeno.

 La strategia dell’aggiramento vincente a Canne.

Annibale è bravo anche nel provocare il console nemico quo pronior esset in vitia sua (Livio, XXII, 3)

I fatti danno ragione alla tattica del temporeggiatore Quinto Fabio. Massimo Verrucoso il quale a detta di Seneca iram ante vicit quam Hannibalem” (De ira, 1, 11, 5).

Cicerone cita dei vesi degli Annales di Ennio che celebrano il dittatore cunctator:

Quanto Q. Maximus melius! De quo Ennius:

unus homo nobis cunctando restituit rem.

Non enim rumores ponebat ante salutem.

Ergo postque magisque viri nunc gloria claret” (De officiis, I, 84).

Lo ostacolava il console di origine plebea Terenzio Varrone che volle affrontare Annibale il 2 agosto del 216 a Canne.

Diceva che i nobili avevano provocato la guerra e la prolungavano per tenere sottomessa la plebe. “Ab hominibus nobilibus per multos annos bellum quaerentibus, Hannibalem un Italiam adductum; ab isdem, cum debellari possit, fraude bellum trahi”.

Una riflessione che può essere attualizzata e riferita alle guerre attuali.

Dato l’esito della guerra annibalica con la moltiplicazione dell’agro pubblico poi occupato dagli optimates, non è ipotesi assurda.

Secondo Maarbale il praefectus equitum, Annibale sbagliò a non attaccare Roma stessa dopo Canne: “Tum MaharbalNon omnia nimīrum eidem dii dedēre; Vincere scis, Hannibal, victoria uti nescis. (Livio, XX, 51).

 

Maharbal was right” dichiarò vanaglorioso il generale Montgomery, forse equiparandosi al Cartaginese, dopo aver vinto senza gran merito ad El Alamein. Azzardo: “e se Montgomery avesse ragione?” “Montgomery was wrong!” reagisce Giovanni  Brizzi come punto da una vespa. “Anzi, Montgomery era un cretino…Cosa fai con quattromila cavalieri sotto le mura di una città? Le evoluzioni? Cosa fai senza fanteria pesante? Avanti, che fai?...I tuoi imprendibili cavalieri sotto le mura te li massacrano tutti…Roma è blindata, e i Romani son gente tosta, aggrappata a quelle loro zolle. Testardi e tignosi, non molleranno…Roma ha sedici chilometri di mura…Che facciamo senza le macchine da guerra con cui prendemmo Sagunto? E poi, come lo controlli il fiume? Il Tevere è navigabile…Che fai, ci passi in mezzo per farti ammazzare? Dividi l’esercito in due? Livio riassume in una riga sola le conseguenze della gran rinuncia: “Mora eius diei satis creditur saluti fuisse urbi atque imperio (Livio22, 51) P. Rumiz la Repubblica 12 agosto 2007, p. 27)

 

Sacrifici umani perpetrati a Roma dopo Canne: “ex fatalibus libris sacrificia aliquot extraordinaria facta; inter quae Gallus et Galla, Graecus et Graeca, in foro bovario sub terram vivi demissi sunt in locum saxo consaeptum, iam ante hostiis humanis, minime romano sacro, imbutum” (Livio, Storie, XXII, 57, 6), secondo i libri fatali vennero eseguti alcuni sacrifici straordinari: tra i quali un Gallo e una Galla, un Greco e una Greca, vennero sepolti vivi nel foro boario,  in un luogo recintato da sassi, già prima insanguinato da vittime umane, con un rito però non romano. 

L’Italia meridionale si schiera con Annibale: Sanniti, Lucani e tutta la Magna grecia e pure Siracusa.

Defecēre autem ad Poenos hi populi: Campani, Atellani, Calatini, Irpini, Apulorum pars, Samnites preter Pentros, Brutii omnes, Lucani, praeter hos, oltre a questi, Uzentini Graecorum omnis ferme ora, Tarentini, Metapontini, Crotonienses Locrique, et Cisalpini omnes Galli (livio, XXi, 61)  Tutti legati ai Romani da foedera iniqua. Erano italici in gran parte grecizzati e Galli.

 Ma gli ozi di Capua  fiaccano l’esercito.

Livio spiega che Capua fu il rovescio di Canne: perdidere nimia bona ac voluptates immodicae Somnus enim et vinum et epulae et scorta balinaeque et otium consuetudine in dies blandius ita enervaverunt corpora animosque, ut magis praeteritae victoriae eos quam praesentes tutarentur vires”, li difendevano più le vittorie passate che le forze presenti (Livio, 23, 18). Annibale non ottenne più l’antica disciplina da quei soldati.

Capua venne assediata dai Romani e nel 211 Capua si arrese. I più ardenti filocartaginesi si uccisero. Vibio Virrio e 27 senatori. Prima stordirono con il vino le loro menti (alienatis mentibus vino, 26, 14), quindi venenum omnes sumpserunt. Ma il vino e il cibo fecero da antidoto al veleno minus efficacem in maturanda morte vim veneni fecerunt. I Romani tolsero a Capua ogni autonomia ed eliminarono la classe dirigente.

Nel 211 Siracusa fu presa dai Romani e saccheggiata, nel 210 Agrigento. La Sicilia tornò a essere un praedium, un podere del polo romano. Dovevano pagare le decime dei prodotti. Gran parte del territorio divenne agro pubblico. La maggior parte degli affittuari erano cavalieri romani. I guadagni venivano spesi a Roma e non si adoperavano in migliorie.

Con la morte di Teocrito (250), Archimede (211) e Timeo (250) finì anche la cultura siciliana.

Per ora mi fermo qui. Durante la conferenza dirò molto altro ancora, non tutto certo.

Dal 21 gennaio 2025 inizierò un corso alla Primo Levi presentando Alessandro Magno, Annibale e Nerone in 8 incontri di 2 ore ciascuno. Ho raccolto e commentato tanto materiale che richiede almeno questo tempo.

Bologna 2 dicembre 2024 ore 11, 32

p. s.

ricordo ancora il link per chi volesse seguirmi da lontano

meet.google.com/aum-bjwk-dbh

 

giovanni ghiselli

 

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