Problematicità della tolleranza anche verso chi non è criminale. La democrazia, secondo Platone, eccede nella suggnwvmh, ed è una costituzione anarchica, variopinta-poikivlh-. Il poikivlo", afferma Bettini, è spesso enigmatico e confuso. L’arcobaleno nell’Oedipus e la Sfinge nell’Edipo re.
Raccomanderei dunque tolleranza e comprensione nei confronti dei diversi, purché non commettano crimini. Eppure anche questo atteggiamento "politicamente corretto" è problematico. Contro la tolleranza (suggnwvmh) eccessiva si esprime Platone[1] quando biasima la mancanza di serietà della democrazia.
Il filosofo nell'VIII libro della Repubblica descrive la democrazia come una costituzione che non si dà pensiero delle abitudini morali di chi fa politica, ma onora chi dice di essere amico del popolo (558c). Essa è piacevole, anarchica, variopinta e distribuisce una certa uguaglianza nello stesso modo a uguali e disuguali (hJdei'a politeiva kai; a[narco" kai; poikivlh, ijsovthtav tina oJmoivw~ i[soi~ te kai; ajnivsoi~ dianevmousa).
Potrebbe avallare questa critica di Platone quanto insegnava Don Milani: "Perché non c'è nulla che sia ingiusto quanto far le parti eguali fra disuguali"[2].
Credo che sia molto peggiore fare pati diversi tra uguali.
Bettini, partendo dall’Oedipus di Seneca, connette la poikiliva ai molti colori dell'arcobaleno[3] il quale è un intreccio inestricabile e confuso, come l'incesto, e come l'enigma. Io penso piuttosto all' Edipo re di Sofocle quando Creonte spiega: " La Sfinge dal canto variopinto (poikilw/dov") ci spingeva a guardare/quello che era lì tra i piedi (to; pro;" posiv), e a lasciare perdere quanto non si vedeva (tajfanh'). (vv. 130-131).
"Anche altrove riscontriamo questo significato di poikivlo" come "oscuro", "enigmatico", "incomprensibile"[4]. Cito solo Aristofane Eq. 196, dove lo schiavo dice al salsicciaio che l'oracolo si esprime poikivlw" pw" kai; sofw'" h//jnigmevnw": letteralmente "per enigmi variegati e sapienti". Quel che segue, di fatto, è un vero e proprio enigma, naturalmente in esametri.
Nelle Trachinie (v. 412) Lichas si lamenta col messaggero:" tiv pote poikivla" e[cei" ; " perché sei così enigmatico?". E più avanti, al v. 1121, Eracle dirà ad Hyllos oujde;n xunivhmi w|n suv poikivllei" pavlai " non capisco niente di tutti questi enigmi che tu mi vai facendo". L'azione di "colorare" "rendere variegato" qualcosa, coincide dunque, di fatto, con il renderlo enigmatico, di difficile comprensione. Si comprende bene, perciò, che uno degli epiteti di Odisseo[5] sia proprio poikilomhvvvth" "dai pensieri variegati". Si potrebbe dunque concludere che per i Greci ciò che è variegato, poikivlo" , si presenta automaticamente come enigmatico, di difficile interpretazione…Anche per il mavnti" insomma, lo specialista dell'esegesi simbolica, la poikiliva dell'arcobaleno non può che significare la sua stessa struttura: confusione, imprevedibilità, indistinzione"[6].
Bologna 17 dicembre 2024 ore 19, 45 giovanni ghiselli
p. s.
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[1] Repubblica 558b.
[2] Lettera a una professoressa, p. 55.
[3] Seneca, Oedipus, vv. 314 sgg. Manto, la figlia di Tiresia, che descrive il fuoco del sacrificio al padre cieco, paragona l’aspetto dell’arcobaleno a quello della fiamma cangiante e variopinta la quale fa presagire la catastrofe finale.
[4] Cfr. Herod. 7, 11; Plat. symp. 182 b; Soph. Oed. Col. 761 sg., Phil. 130; etc.
[5] Il 11, 482; Od. 3, 163; 13, 293.
[6] M. Bettini, L'arcobaleno, l'incesto e l'enigma a proposito dell'Oedipus di Seneca, "Dioniso", 1983, p. 142.
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