mercoledì 28 agosto 2024

Un film da vedere. I maltrattamenti sono di moda oggi e i bambini ne sono i più esposti. Questo va detto.


 

 

Ieri sera ho visto il film La vita accanto di Giordana. Il regista ha detto due parole di presentazione su se stesso, il suo  rapporto con Marco  Bellocchio, i costi e gli attori del film. Nessuna parola sul significato del film. Ha solo detto che è bello. Infatti non è brutto.

Il significato primo è dato dai maltrattamenti che una bambina nata con una grande macchia rossa sul viso subisce dalla madre. Il padre è quasi assente. La bambina del resto è comunque carina ed è educata, sensibile intelligente. E ha il talento artistico ereditato dalla zia, la sorella del padre: una pianista di successo.

Questa zia che le vuole bene, la capisce e la valorizza le è di grande aiuto.

La famiglia è della “buona borghesia” di Vicenza ma la bambina dalla gota sinistra purpurea troverà un altro valido aiuto in una compagna di scuola elementare di famiglia proletaria e disastrata.

Molto bella e significativa la scena in cui la bambina di “pessima famiglia”, accoglie la compagna di banco appena arrivata esitante e timorosa colorando di rosso una delle proprie guance per solidarietà con la nuova scolara segnata dall’angioma.

La madre non voleva che andasse a scuola perché la gente non dicesse che sua figlia è un mostro.

Tale madre impazzisce e si uccide. Il film segue le due bambine amiche fino all’età preadulta e mostra che entrambe hanno esiti migliori delle loro madri. La recitazione delle attrici che le interpretano è buona. Rendono l’idea di due belle persone.

Il personaggio della madre è sgradevole: l’attrice  tra l’altro ha la dizione frettolosa e confusa che oggi è di moda e non si capisce quasi niente quanto dice.

Un difetto che va denunciato. E’ una mancanza di rispetto per gli spettatori.

La zia pianista è brava e anche il padre mediocre recita bene.

Le bambine, poi ragazze, sono due persone speciali, interessanti nella loro reazione all’ambiente che le emargina e all’ipocrisia, al conformismo della cittadina veneta, Vicenza, dove il film è ambientato. Rachele, la ragazza ricca, subirà irrisione e una molestia sessuale dai compagni del conservatorio di ”buona famiglia”, l’altra ragazza ammazzerà il padre per difendere la madre ed emigrerà in Inghilterra. Alla fine del film Rachele guarita dal’angioma, del tutto smacchiata dopo un sogno dove la madre e accarezza la guancia rossa, prenderà l’aereo per andare a trovare l’amica incontrata pochi giorni prima in un concerto che l’ex compagna di scuola e di infanzia teneva a Vicenza.

Intanto la purpurea miracolata si è anche diplomata con pieni voti al conservatorio. Mi è piaciuto anche vedere questa valorizzazione del talento che nessuna difficoltà può fermare. Certamente qualche aiuto ci vuole: una brava zia e un’ottima amica. Ne so qualcosa.

 Un bel film, da vedere.

Pesaro 28 agosto 2024 ore 11  

p. s.

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