Due pensieri di un cervello
messo alla prova del meditare continuo
1 La pubblicità quale cicala
sfiatata e vicina a scoppiare
La pubblicità in seguito a
questa ecatombe, un mattatoio invero di esseri umani, dovrebbe ridursi a una
cicala sfiatata vicina a tacere o scoppiare.
Ma ho visto che niente si impadronisce delle menti
svigorite e avvezze al consumo frenetico quanto comprare e farsi comprare.
Spero comunque che il dolore abbia fatto rinsavire almeno alcuni di noi
volgendoci alla natura e all’umano. E pure al divino, non più identificato però
con il profitto, il PIL e lo sviluppo infinito senza progresso nemmeno
quotidiano.
2 I signori del petrolio
devono pagare per sbarazzarsene. E’ una tassa sulla spazzatura.
Il petrolio che “va sottozero”
(Federico Rampini, “la
Repubblica, 21 aprile 2020, p. 11) per i miei gusti è una buona
notizia. Il fatto è che non riescono più a venderlo e devono pagare per
sbarazzarsene. Come facciamo noi con la tassa della spazzatura. Rampini qualche
riga sotto scrive. “Il petrolio sottozero come misuratore dell’implosione dei
consumi. È un messaggio minaccioso anche per importanti settori industriali in
Occidente (…) non basta che i metalmeccanici tornino in fabbrica e che la
produzione riparta: bisogna che qualcuno compri quelle auto”
Per me questo “messaggio
minaccioso” è una promessa evangelica, da Buona Novella. Tutti gli strumenti di morte
dovrebbero andare sottozero.
Intanto il petrolio ci è
andato. Auspico, come Papa Bergoglio vicario vero di Cristo, che ci vadano
molto presto le armi et cetera.
gianni
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