Ieri sera, 19 aprile 2020,
nella trasmissione televisiva di Fabio Fazio, “Che tempo che fa”, edulcorata e
faziosa come chi la conduce, il presentatore in apertura ha avuto l’impudenza
di dire: “sarebbe sciocco fare polemica con la regione dove vivo da trenta
anni”. Già, se ci vive lui, significa che ci si vive bene. Peccato che vi si
muoia così male e così tanto, molto più che altrove per via di questa peste.
Leggo che “un decimo dei
morti totali del pianeta si è consumato qui, nella regione differenziale, che è
sempre stata orgogliosa della differenza” (Fabio Bucciarelli, “L’ESPRESSO 19
aprile 2020, p. 14).
La Borgonzoni che, grazie al cielo a Bonaccini e alle sardine,
non è stata eletta a fare danni in Emilia, vantava la sanità lombarda come la
migliore d’Italia. Si è visto.
Ma torniamo a Fazio che ieri
sera continuava ad atteggiarsi ad antifazioso.
Ha voluto chiarire che lui
parlava “senza alcun atteggiamento critico?”
Ti pareva? Lui è strapagato,
e indicato come modello di uomo dal grande successo, proprio per diseducare
insegnando che lo spirito critico è male.
A “Che tempo che fa” di ieri
partecipava con facoltà di parlare anche l’assessore al Welfare della regione Lombardia
Giulio Gallera il quale ha avuto a sua volta la sfacciataggine di ribadire la
filastrocca bugiarda della pubblicità leghista: la Lombardia ha il servizio
sanitario migliore che ci sia.
Il giorno prima Domenico
Arturi, commissario per l’emergenza del coronavirus, aveva reso noti questi dati:
“tra l’11 giugno 1940 e il primo maggio 1945 a Milano sono morti 2 mila civili in 5
anni; in due mesi in Lombardia per il coronavirus sono morti 11851 civili, 5
volte di più” (“la
Repubblica” del 19 aprile 2020, p. 11).
Ma non è finita. Da Fazio
c’era anche Carlo Bonomi, presidente designato della Confindustria. La sua
frase chiave è stata: “La salute è un bene primario che passa anche attraverso il lavoro”. Questo
è vero, ma è pure vero che la soggezione di tanti governi alla confindustria ha
fatto di tutto per rendere il lavoro “flessibile”, ossia precario, sottopagato
e tutt’altro che salubre
Come sempre, mi prendo la
responsabilità di quanto scrivo
giovanni ghiselli.
p. s
Coltivate lo spirito critico
lettori miei cari e non lasciatevi ingannare!
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