Una delle mie conferenze |
Oggi scrivo qualche parola sulla didattica prendendo spunto da un articolo
di Alberto Melloni intitolato Il corpo docente (“la Repubblica”, 16 aprile,
2020, p. 28)
La frase chiave è “il sapere si costruisce solo nella relazione”.
Tutto l’articolo è critico nei confronti dell’insegnamento a distanza, il
quale, scrive Melloni: “in realtà è piuttosto obsoleto e ha varie criticità.
Spesso entusiasma chi ha una concezione “trasmissiva” del sapere, immaginato
come un pacco da recapitare via web, facendo parti uguali fra diseguali”.
Condivido queste parole e ne aggiungo delle mie che ricavo da 41 anni di
insegnamento nelle scuole dalle Medie all’Università e da altri dieci anni di
conferenze in scuole dalle Elementari alle Università, biblioteche,
associazioni culturali, convegni e festival vari. Diverse centinaia oramai.
La lezione o conferenza, certamente, deve dare informazione ma non solo:
deve fornire anche i mezzi per incrementare lo spirito e critico e potenziare
l’intelligenza che è visione panoramica almeno di una disciplina, in
greco suvnesi", capacità
di cogliere i nessi, di mettere insieme (sunivhmi). Il docente bravo è anche un educatore: stimola la capacità critica
nell’allievo, lo rende kritikov", lo mette in
grado di dare giudizi (krivnein) autonomi. Il
bravo docente è una persona che ha letto molti scritti degli ottimi autori, ne
ha ricavato dapprima nozioni e dati, poi è arrivato a sintetizzarli in idèe.
Le idee, esposte come si deve, diventano visioni (ijdei'n, video)
Ho sempre pensato che il professore il quale parla e scrive in maniera poco
perspicua, poco chiara, non ha chiarito né capito lui stesso quello che deve
fare intendere a chi lo ascolta
Chi possiede mentalmente le parole
che dice le rende con evidenza (perspicue), le fa vedere.
Aristarco di Samotracia nell'Apoteosi di Omerodi Ingres |
Mi sono sempre occupato di letteratura greca e latina comparata con le
europee più a loro connesse, e ho cercato di collegare le opere letterarie ai
fatti della storia e ai pensieri della filosofia.
Credo di avere dotato di strumenti critici, etici, estetici non pochi tra i
miei ascoltatori. L’ultima conferenza l’ho tenuta l’11 febbraio scorso, poi è
cominciata la clausura del nostro scontento.
Continuo a scrivere sul blog siccome mi leggono in tanti, però comprendo
bene di non poter dare a chi mi legge quanto presento a chi mi ascolta. Le
parole per essere recepite del tutto, i concetti per essere capiti bene, le
idee per essere viste, hanno bisogno di spegazioni attraverso riferimenti e
nessi evidenziati.
Bisogna spiegare
Omero con Omero: “ {Omhron ejx JJOmhvrou safhnivzein"[1],
scrive Aristarco di Samotracia[2].
Aggiungo
Lucrezio con Epicuro, Terenzio con Menandro, Seneca con i maestri della Stoà,
Shakespeare con Seneca e Plutarco, Euripide con Aristofane, Filemone e
Nietzsche. E così via.
Questo non è
possibile farlo bene se non parlando.
Io sono
altresì convinto che il maestro tanto più e bravo quanto meno legge siccome è
capace di ricordare e citare con precisione.
La
citazione presenta la carne viva del testo e dell’autore, rammenta i versi e le
frasi belle che hanno colpito sfera emotiva, e proprio per questo sono rimasti
nella memoria, tocca la sensibilità degli spettatori che danno importanza a
quelle parole e potenziano la propria sensibilità estetica ed etica siccome il
bello è anche buono come ci hanno insegnato con kalokajgaqiva i Greci[3],
maestri miei e degli altri miei maestri europei.
[3] Leopardi: Quello dei Greci era
: “un popolo che, eziandio nella lingua, faceva pochissima differenza dal buono
al bello” (Leopardi, Detti memorabili di Filippo Ottonieri ).
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