mercoledì 22 aprile 2020

La nuova paura ci suggerisce desideri nuovi. La conta dei morti per virus

La nuova paura ci suggerisce desideri nuovi 1. La conta dei morti per virus



Credo che molti studenti, anche non pochi tra gli svogliati che prima di questo virus sognavano le vacanze, desiderino tornare a scuola, se non altro per uscire dal torpore stagnante delle loro camerette già troppo a lungo usate quale riparo dalle tempeste del veleno che da tre mesi attosca il nostro pianeta.

Diversi cittadini italiani, cui non dispiacevano le cagnare tra i vessilliferi di partiti diversi che credevano di lucrare consensi andando a latrare negli studi televisivi sì come cani arrabbiati, ora, stanchi di tanto fracasso, auspicano una concordia funzionale a sconfiggere il male che insidia tutti.

Spero e non escludo che gli stolti dallo sguardo perpetuamente fisso sul cellulare, nauseati da tanta assenza di vita vera, alzino finalmente gli occhi al cielo, come dové fare Agave 2 per recuperare pur tardi il  senno, quindi vedano il loro prossimo presente e vivo e si rendano conto di quanto hanno perduto.

Spero infine che il desiderio dell’aria condizionata sentito da molti, e indotto in molti altri, si ribalti in orrore e aborrimento di quelle folate  malsane ora che è conosciuta, pur se sottaciuta,  la loro incidenza letale nella diffusione del virus.

Molti avranno compreso che la vita di ognuno di noi  cammina sul filo del rasoio3 della sorte imprevedibile, inassicurabile, e avranno imparato a non sciupare il tempo che è un bene prezioso, precario e non garantito.
A me il timore della morte mia ha insegnato ad amare i morti a rimpiangere quelli che conoscevo e amavo, e a compiangere gli altri.
Deploro che i morti vengano contati senza che la loro dipartita conti qualche cosa. Ieri il quotidiano “la Repubblica” si presentava con questo titolo scritto in prima pagina a caratteri cubitali: L’Italia che guarisce”.
Oggi, 22 aprile 2020, nella prima pagina di quelle dedicate a Bologna leggo: “Contagi in picchiata. Lo zero è vicino” scritto in grande e in grassetto.
Ma subito sotto, un’aggiunta meno evidenziata  precisa: “Resta alto il numero delle vittime (68), nelle Rsa di Bologna 170 decessi.
La vita continua, per carità, le fabbriche “devono riaprire”, perciò quello che conta non sono i morti pur sempre contati come tanti. Infatti quanti hanno appena e con pena compiuto la vita non aggravano la crisi economica, anzi, se sono dei pensionati, la alleviano.
Oggi gli ultimi della conta, quelli che contano meno dunque sono i pur tanti morti. Io ho perso un amico carissimo, Fulvio, una bella persona che  mi ha aiutato a completare  la mia umanità la quale in seguito alla sua dipartita si sente più povera. Credo che ognuno dei tanti morti in Italia e nel mondo abbia lasciato persone che hanno provato la medesima desolazione sentita da me per questa perdita.
I morti a parer mio contano più di tutto anche in termini di impoverimento.

giovanni ghiselli        

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1 Cfr. Lucano, Pharsalia, V, 335-336 :“Nova vota timori- sunt inventa novo” nuovi desideri vennero trovati per paure nuove. 
2 Cfr. Euripide, Baccanti, v. 1264.
3 Cfr. Euripide, Eracle  w|d j e[bht j ejpi; xurou' (v. 630)


1 commento:

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