La nuova paura ci suggerisce desideri nuovi 1. La conta dei morti per virus
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Credo che molti studenti,
anche non pochi tra gli svogliati che prima di questo virus sognavano le
vacanze, desiderino tornare a scuola, se non altro per uscire dal torpore
stagnante delle loro camerette già troppo a lungo usate quale riparo dalle
tempeste del veleno che da tre mesi attosca il nostro pianeta.
Diversi cittadini italiani, cui
non dispiacevano le cagnare tra i vessilliferi di partiti diversi che credevano
di lucrare consensi andando a latrare negli studi televisivi sì come cani
arrabbiati, ora, stanchi di tanto fracasso, auspicano una concordia funzionale
a sconfiggere il male che insidia tutti.
Spero e non escludo che gli
stolti dallo sguardo perpetuamente fisso sul cellulare, nauseati da tanta
assenza di vita vera, alzino finalmente gli occhi al cielo, come dové fare
Agave 2 per recuperare pur tardi il senno,
quindi vedano il loro prossimo presente e vivo e si rendano conto di quanto
hanno perduto.
Spero infine che il desiderio
dell’aria condizionata sentito da molti, e indotto in molti altri, si ribalti
in orrore e aborrimento di quelle folate malsane ora che è conosciuta, pur se
sottaciuta, la loro incidenza letale
nella diffusione del virus.
Molti avranno compreso che la
vita di ognuno di noi cammina sul filo
del rasoio3 della sorte imprevedibile, inassicurabile, e avranno imparato a non
sciupare il tempo che è un bene prezioso, precario e non garantito.
A me il timore della morte
mia ha insegnato ad amare i morti a rimpiangere quelli che conoscevo e amavo, e
a compiangere gli altri.
Deploro che i morti vengano
contati senza che la loro dipartita conti qualche cosa. Ieri il quotidiano “la Repubblica” si
presentava con questo titolo scritto in prima pagina a caratteri cubitali: L’Italia
che guarisce”.
Oggi, 22 aprile 2020, nella
prima pagina di quelle dedicate a Bologna leggo: “Contagi in picchiata. Lo zero
è vicino” scritto in grande e in grassetto.
Ma subito sotto, un’aggiunta
meno evidenziata precisa: “Resta alto il
numero delle vittime (68), nelle Rsa di Bologna 170 decessi.
La vita continua, per carità,
le fabbriche “devono riaprire”, perciò quello che conta non sono i morti pur
sempre contati come tanti. Infatti quanti hanno appena e con pena compiuto la
vita non aggravano la crisi economica, anzi, se sono dei pensionati, la
alleviano.
Oggi gli ultimi della conta,
quelli che contano meno dunque sono i pur tanti morti. Io ho perso un amico
carissimo, Fulvio, una bella persona che
mi ha aiutato a completare la mia umanità la quale in seguito alla sua dipartita
si sente più povera. Credo che ognuno dei tanti morti in Italia e nel mondo
abbia lasciato persone che hanno provato la medesima desolazione sentita da me
per questa perdita.
I morti a parer mio contano
più di tutto anche in termini di impoverimento.
giovanni ghiselli
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1 Cfr. Lucano, Pharsalia, V, 335-336 :“Nova vota
timori- sunt inventa novo” nuovi
desideri vennero trovati per paure nuove.
2 Cfr. Euripide, Baccanti, v. 1264.
3 Cfr. Euripide, Eracle w|d j e[bht j ejpi; xurou' (v. 630)
Ottimo margherita
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